Di recente sono stati portati all’attenzione pubblica “casi” di bambini morti in Ostetricia del Policlinico.
La delicatezza dell’argomento ci impone di prendere posizione in modo chiaro, perché è apparso evidente che le informazioni giornalistiche non sono sempre puntuali e precise, come è inevitabile accada quando si fa riferimento a situazioni estremamente diverse cercando “un minimo comun denominatore”: una presunta malasanità con conseguenti responsabilità delle strutture sanitarie.
Pertanto, sono doverose le seguenti precisazioni, non sottraendoci ad un impegno della Direzione aziendale, della Direzione della Ostetricia e di tutti i professionisti.
Ogni anno mediamente al Policlinico nascono circa 3.000 bambini.
Inevitabilmente la casistica ci insegna che, con questi numeri, circa 20 nascituri non sopravvivono senza responsabilità di alcuno. E’ un dato sotto la media nazionale ed in linea con quella regionale. E’ un dato statistico che certo va migliorato, ma la scienza ci dice che nella gravidanza e nel parto “non esiste rischio zero”. Possiamo affermare consapevolmente che l’equipe medica e assistenziale è di alta qualificazione ed esperienza e che la organizzazione che ci caratterizza con la presenza della Terapia Intensiva Neonatale, in particolare, fanno del Policlinico un centro di riferimento Materno Infantile provinciale e regionale.
In tutto questo, non si può comunque mai escludere l’errore umano o organizzativo.
Il dramma umano conseguente alla morte di un bambino è enorme: lo vivono innanzi tutto i genitori e i parenti, ma anche i professionisti in questi casi provano senso di frustrazione e di sconfitta. Anche per tale motivo, si può verificare che nell’immediatezza dell’evento non siano sempre in grado di dare spiegazioni sufficienti e tempestive, o di assicurare il supporto psicologico ai diretti interessati. In questo dobbiamo migliorare e ci stiamo provando.
Nell’eventualità in cui emergano responsabilità dei professionisti e/o dell’azienda sarà nostro preciso dovere e impegno darne conto, non solo alle Istituzioni preposte, ma anche ai diretti interessati e, se necessario, alla pubblica opinione. E, se vi sono i presupposti giuridici, ristorare il danno il più rapidamente possibile, a maggior ragione oggi, in quanto l’azienda è in regime di autoassicurazione ed il rapporto è diretto tra il danneggiato e il Policlinico.
In questo senso la Direzione aziendale e tutti i professionisti del Policlinico di tutte le discipline prendono formale impegno nei confronti della comunità modenese e dei pazienti in generale: massima trasparenza e correttezza nel riconoscere i propri errori e nell’affrontare le responsabilità con tutte le conseguenze giuridiche.
In conclusione, nessun caso “misterioso” negli episodi del 25 dicembre scorso e del 9 febbraio: nel primo caso è già stata acclarata la causa di morte che nulla ha a che vedere con i comportamenti professionali o l’organizzazione. Ciò lo possiamo affermare anche per il secondo caso, allo stato di conoscenza dei fatti, anche se sono in corso ulteriori accertamenti. Nel caso da questi ultimi si potessero rilevare eventuali errori saremmo i primi ad ammetterli e segnalarli. Così come siamo ancora i primi a voler comprendere le cause della morte dei neonati, anche se non sempre si riesce ad avere una certezza scientifica, neppure alla fine degli accertamenti fatti. L’equipe ostetrica contribuisce infatti da anni alla ricerca internazionale sull’argomento.
Da ultimo non è corretto, in primis nei confronti dei genitori interessati, ma anche dei cittadini e dei professionisti, accostare questi casi ad altri eventi di anni fa per i quali la giustizia sta seguendo il suo corso, ed alla quale ci rimettiamo pienamente. E’ informazione scorretta e sbagliata ed inutilmente sfiduciante.
La Direzione generale del Policlinico.