Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena
 
Versione stampabile della pagina

49 esimo Congresso Nazionale ANMDO: Lectio Magistralis del Direttore Sanitario dell'AOU di MODENA

Martedì 21 maggio il dottor Ottavio Nicastro tratterrà il tema delle Parole della Sanità

Ottavio Nicastro
Ottavio Nicastro

LE PAROLE DELLA SANITA’
 
In un’epoca in cui alcune parole sembrano essere “smarrite” o svuotate del loro significato, viene proposta, in apertura del
Congresso nazionale dell’Associazione dei Medici delle Direzioni Ospedaliere (ANMDO), una riflessione sulle “Parole della Sanità”; su quali possano essere le parole adatte per un sistema sanitario che deve affrontare le difficoltà del presente e le sfide future.
 
Nel contesto sociale, dove le parole si manifestano nella quotidianità e si reclamano i bisogni di salute, si esprime, sviluppa e modifica il linguaggio della medicina. Un linguaggio che spesso è in comune, influenza, contamina e si contamina con altri linguaggi  quali quelli della politica, della filosofia, della sociologia, dell’economia, nelle sue molteplici dimensioni. Il mondo delle parole della sanità diventa quindi immagine poliedrica dell’universo sociale contemporaneo.
 
Il significato delle parole può mutare nel tempo, in relazione ai contesti in cui queste trovano espressione e in base alle sollecitazioni che le circostanze pongono. Parole quindi da recuperare, da ritrovare e ricordare, da rivisitare e reinterpretare e a cui attribuire nuovo significato in un nuovo contesto, da cui trarre e a cui dare nuova energia.
 
Il linguaggio è anche uno strumento di svelamento dei cambiamenti; la medicina cambia e cambiano i termini usati per descriverla, che attingono sempre più dal vocabolario della tecnologia e dell'informatica, come big data, real world data, real world evidence, evidence based medicine, intelligenza artificiale, medicina personalizzata, medicina di precisione.
 
Ma le parole, come scriveva Carlo Levi, possono anche essere “pietre” perché hanno un loro peso, una loro forza intrinseca. Se si pensa ad esempio alla nostra Costituzione, per nessuno degli altri diritti viene usato l’aggettivo “fondamentale”, tranne che per definire, all’articolo 32, il diritto alla salute. Ed è inoltre decisivo che lo stesso diritto alla salute non venga legato alla cittadinanza ma si consideri come diritto dell’individuo, e quindi della persona umana, come pure interesse di tutta la collettività. E’ su queste fondamenta che sono stati edificati i pilastri del nostro sistema sanitario e l’utilizzo di determinate parole è profondamente legato ai valori e alle finalità che lo caratterizzano; il tipo di linguaggio che si adotta è inoltre correlato ai suoi obiettivi ed è anche strumento potente per perseguirli. Se cambia la società, la politica sociale e la politica sanitaria (sostanziale prima ancora che formale), cambia anche il linguaggio della sanità.

Questo ci fa riflettere su quanto straordinario sia il potere delle parole; l’uso delle parole in sanità deve quindi presupporre un profondo senso di responsabilità da parte di chi le pronuncia e si deve affiancare ad una vigilanza collettiva finalizzata a salvaguardarne il senso e il significato più autentico.
 
“Words are all we have”, le parole sono tutto quello che abbiamo, diceva lo scrittore e poeta statunitense Raymond Carver, che
aggiungeva “perciò è meglio che siano quelle giuste”.
 
Ottavio Alessandro Nicastro
Componente della Segreteria
Scientifica nazionale ANMDO
Direttore Sanitario AOU di Modena
 

 
 
 
 
Torna a inizio pagina