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Giornata Mondiale dell’Asma: i professionisti dell’AOU dialogano con i cittadini in diretta social

I Professori Clini, Beghé e Bergamini saranno sulla pagina Facebook aziendale per parlare dell’asma, malattia diffusa sia tra gli adulti sia nei bambini, e rispondere in video alle domande degli utenti

Una diretta video su Facebook per mettere a confronto cittadini ed esperti sul tema dell’asma. In occasione della giornata mondiale in programma domani, martedì 7 maggio, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena organizza un evento in programma alle ore 18 al link www.facebook.com/AOUModena. Ospiti dell’incontro, a cui gli utenti potranno interagire ponendo domande direttamente nei commenti, saranno il Professor Enrico Clini, docente UNIMORE e Direttore della struttura complessa di Malattia Apparato Respiratorio, la Professoressa Bianca Beghé, pneumologa e coordinatrice dell’Ambulatorio dell’asma grave, e la Professoressa Barbara Maria Bergamini, medico della Pediatria del Policlinico di Modena.
Al giorno d’oggi sono 800 i pazienti adulti che annualmente si recano al Policlinico di Modena per seguire e curare i problemi respiratori legati all’asma, di cui circa 300 affetti da asma grave. Si tratta di una malattia infiammatoria cronica respiratoria che colpisce a livello mondiale il 5-6% della popolazione. Al Policlinico di Modena afferiscono in particolare i pazienti “di secondo livello”, ovvero affetti da asma lieve e moderato che possono essere inquadrati e successivamente seguiti dal MMG, e di terzo livello, più complessi il cui livello di gravità richiede non solo l’impostazione di una cura farmacologica adeguata, ma anche di un frequente e diretto monitoraggio nel tempo. A tal fine è stato istituito l’Ambulatorio dell’asma grave che segue circa 300 pazienti non adeguatamente controllati dalla massima terapia inalatoria con steroidi e broncodilatatori e che necessitano di terapia sistemica più impegnativa, con steroidi orali o, meglio, con i nuovi farmaci biologici che hanno rivoluzionato la gestione di questi pazienti migliorandone drammaticamente la qualità di vita.

«L’asma bronchiale – spiegano il Professor Enrico Clini e la Professoressa Bianca Beghé – è una malattia respiratoria infiammatoria cronica curabile, ma non guaribile, per la quale i pazienti vengono trattati con farmaci inalatori a base di cortisone e broncodilatatori a rapida e prolungata durata d’azione. La maggior parte dei pazienti affetti da asma bronchiale sono ben controllati da questa terapia inalatoria, senza averne effetti collaterali significativi. Tuttavia, rimane una piccola ma significativa percentuale di pazienti con asma grave stimabile nella provincia di Modena in circa mille persone. Questi pazienti continuano a soffrire di sintomi respiratori persistenti, in particolare dispnea e tosse, respiro sibilante, e turbe del sonno, che ne limitano gravemente le normali attività quotidiane (l’asma è una delle prime cause di assenza dal lavoro). Inoltre vanno incontro a ricorrenti episodi di aggravamento dei sintomi (“riacutizzazioni asmatiche” o “crisi asmatiche”) con necessità di ricorrere spesso a cicli di cortisone orale (che possono dare importanti effetti collaterali), accessi in pronto soccorso o addirittura ricoveri ospedalieri. Per fortuna la vita di questi pazienti è cambiata negli ultimi cinque anni, sia perché vi sono nuovi parametri di valutazione di gravità e risposta ai nuovi farmaci (es. eosinofili circolanti o nell’ espettorato e ossido nitrico, NO, nell’aria esalata, FeNO), sia perché abbiamo a disposizione quattro (a breve cinque) nuovi farmaci somministrabili per via sottocutanea ad intervalli variabili da due settimane a uno-due mesi. Questi farmaci, anticorpi monoclonali, non solo riducono i sintomi e migliorano la funzione respiratoria, ma consentono anche di ridurre o addirittura eliminare la necessità di assumere cortisone per via orale o recarsi in ospedale. Tale approccio, riservato a pazienti particolarmente gravi con specifiche forme di asma, consente una cura personalizzata non solo della malattia asmatica, ma anche di alcune importanti e frequenti comorbidità quali la rinosinusite cronica, la poliposi nasale, la dermatite atopica, e in casi eccezionali, la granulomatosi eosinofila con poliangioite (EGPA). Per la gestione di questi pazienti è attivo un centro di riferimento multidisciplinare che coinvolge pneumologi, allergologi, reumatologi, otorinolaringoiatri, endocrinologi, e radiologi. Questo approccio ha portato allo sviluppo di una equipe multidisciplinare che costituisce un importante esempio per la prescrizione di terapie personalizzate per i pazienti asmatici».

L’asma bronchiale è una malattia a prognosi favorevole, tuttavia non bisogna sottovalutare che è ancora gravata da mortalità, con circa 200-300 casi/anno nel nostro Paese. «Il fatto che la malattia non sia guaribile - approfondiscono Clini e Beghè - dipende dalla presenza di una condizione infiammatoria perenne nei bronchi e a livello sistemico. Il rischio di mancato controllo e nei pur rari casi di morte deriva essenzialmente dalla scarsa aderenza del paziente alla terapia prescritta e dal ricorso incontrollato alla terapia inalatoria al bisogno con solo farmaci broncodilatatori senza gli steroidi, terapia bandita dalle linee guida per la sua potenziale pericolosità. Per questo motivo abbiamo informato i MMG di inviarci anche i casi lieve-moderati ad intervalli regolari (esempio ad intervallo annuale o biennale) e/o di consultarci telefonicamente per i pazienti non controllati. Questo spesso succede perché i pazienti non sono a conoscenza della natura infiammatoria e cronica della malattia di cui sono affetti, e della necessità di continuare la terapia anche quando stanno bene, in analogia a quanto viene suggerito ai pazienti con malattie croniche quali diabete, ipertensione, scompenso cardiaco. L'aderenza alla terapia non solo migliora la qualità di vita ma riduce anche la mortalità».

«Nell’ambito dell’Ambulatorio dell’asma grave da anni abbiamo istituito la “Scuola dell’Asma” – fa sapere la Professoressa Bianca Beghé – che organizza incontri con i pazienti e parenti, nei quali i nostri specialisti spiegano quanto necessario per conoscere e riconoscere l’asma e restano a disposizione per rispondere alle loro domande e dubbi al fine di indirizzarli ad una corretta gestione della loro malattia. Questi incontri sono molto graditi e attesi dai pazienti. Gli incontri fanno sì che si possano sfatare anche determinati miti legati alla malattia: spiegarli aiuta a creare una relazione empatica con il paziente, in modo da rassicurarlo e fornirgli tanti elementi di conoscenza decisivi per una convivenza “pacifica” con questa malattia cronica. I pazienti devono essere convinti e rassicurati sulla necessità di proseguire le cure sempre, anche se i sintomi scompaiono. Soltanto questo previene i rischi di riacutizzazione e ricoveri».

Nell’età pediatrica l’asma rappresenta una delle principali malattie croniche. «In questa fascia di età – fa sapere la Professoressa Barbara Maria Bergamini – la sintomatologia è molto variabile e i bambini hanno spesso difficoltà ad interpretare e riferire ai genitori o al Pediatra i sintomi respiratori. Per questo motivo è molto importante che i bambini con sintomi sospetti eseguano la spirometria per formulare correttamente la diagnosi, valutare la risposta alla terapia e monitorare la funzione respiratoria nel tempo. In genere un bambino è in grado di eseguire una spirometria dai 6-7 anni, ma non è inusuale che un bambino di 4 anni riesca ad eseguirla correttamente».

Nel 2023 sono stati circa 200 i bambini inviati al Policlinico di Modena per una prima valutazione e circa 400 bambini all’anno accedono per le visite di controllo. Un aspetto molto importante della pratica ambulatoriale è quello di riuscire ad ottenere una buona collaborazione della famiglia e dei ragazzi più grandi rispetto all’aderenza e alla corretta esecuzione della terapia inalatoria. Questo si riesce ad ottenere con un processo educativo progressivo, che dia spazio all’ascolto delle problematiche e delle aspettative del paziente e della famiglia.

«Lo scopo della nostra attività – prosegue la Professoressa Bergamini – è di ottenere una buona qualità di vita del bambino, senza limitazioni all’esecuzione dell’attività fisica sia ludica che programmata. Una piccola percentuale di questi bambini (si stima circa il 5%) presenta sintomi non controllati nonostante una terapia inalatoria massimale, soprattutto nella fascia adolescenziale. Negli ultimi anni sono divenuti disponibili anche per l’età pediatrica i cosiddetti farmaci biologici che ottengono spesso risultati ottimali. Attualmente sono circa 20 i bambini/ragazzi in trattamento con uno di questi farmaci».

Accanto ai pazienti con asma vera e propria, presso l’Ambulatorio vengono seguiti anche i bambini di età prescolare con sintomi ricorrenti molto simili all’asma che insorgono durante una virosi delle vie aeree, le cosiddette bronchiti asmatiche. Una parte non trascurabile di questi bambini ha episodi frequenti o tanto gravi da necessitare un ricovero ospedaliero. In queste situazioni possono essere messe in campo strategie terapeutiche con farmaci antiasmatici durante i mesi invernali, ma occorre anche escludere patologie favorenti e spiegare ai genitori l’importanza di evitare tutti quei fattori irritativi che possono peggiorare la situazione, primo fra tutti l’esposizione al fumo passivo.

 
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