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Policlinico: un grande lavoro di equipe per salvare la vita a un paziente di 81 anni

La Medicina Interna e Area Critica, la Cardiologia e la Radiologia Interventistica insieme per risolvere un difficile caso di trombosi acuta polmonare

L'equipe del Policlinico

Una diagnosi precoce avvenuta in una struttura di terzo livello dove sono presenti tutte le professionalità necessarie per poter svolgere procedure interventistiche difficili e impegnative. Questi gli ingredienti per il lieto fine nella storia di un paziente di 81 anni affetto da un complesso quadro di embolia polmonare massiva in corso di un'emorragia gastrica, giunto al Policlinico di Modena alcune settimane fa. Il quadro clinico, già difficile, si è presto complicato con l'insorgere di una trombosi arteriosa polmonare. Grazie alla collaborazione delle equipe di Medicina Interna e Area Critica, di Cardiologia e di Radiologia Interventistica, il paziente è stato sottoposto a un intervento di trombectomia meccanica periferica che ha permesso il recupero della circolazione polmonare in tempi brevi ed in tutta sicurezza. Ora è stato dimesso e prosegue a casa la convalescenza.

"In condizioni normali - ha spiegato il dottor Lucio Brugioni, Direttore della Medicina Interna ed Area Critica (MIAC) del Policlinico - il tromboembolismo venoso viene trattato farmacologicamente attraverso l'uso di farmaci anticoagulanti che consentono di ridurre dapprima fino ad eliminare il trombo che occlude il vaso sanguigno. Il  nostro paziente, però, aveva un'emorragia in atto e quindi non è stato possibile utilizzare questi farmaci: questo ha reso il caso davvero difficile e la sua situazione clinica molto pericolosa per la sua incolumità. Un caso visto 6-7 volte negli ultimi cinque anni".
 
Il Policlinico di Modena ha una lunga tradizione nel trattamento non farmacologico delle trombosi venose: in via del Pozzo vengono infatti centralizzati i parti difficili e le donne gravide affette da tromboembolismo venoso- 5-6 ogni anno - che non possono essere trattate farmacologicamente stante il rischio che i farmaci anticoagulanti avrebbero sul feto. L'intervento è stato svolto in emodinamica dal dottor Carlo Cappello e dal dottor Fabio Sgura (Cardiologia), insieme alla dottoressa Elisa Romagnoli, al dottor Tommaso Baldini e alla dottoressa Francesca De Niederhausern (Medicina Interna e Area Critica) e al dottor Cristian Caporali (Radiologia interventistica).
 
"La nostra Emodinamica - ha aggiunto il prof. Giuseppe Boriani, Direttore della Cardiologia del Policlinico - ha quindi maturato un significativo expertise nel trattare queste patologie che vengono gestite come altre procedure interventistiche, ad esempio la coronarografia, in regime di sedazione. In accordo con i colleghi del Reparto MIAC, con cui abbiamo una continua collaborazione, abbiamo quindi operato una procedura di disostruzione in arteria polmonare, liberando i vasi dalla trombosi acuta, responsabile di un quadro clinico altamente critico. L'intervento è riuscito"

Una volta effettuato l'intervento, sono entrati in scena i Radiologi interventisti e il dottor Cristian Caporali, Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Radiologia Interventistica ha spiegato "Siamo intervenuti per  mettere in sicurezza il paziente dall'eventuale ulteriore embolizzazione proveniente dal sistema venoso PROFONDO degli arti inferiori mediante il posizionamento di un filtro cavale e la procedura è avvenuta SENZA COMPLICANZE, consentendo la prosecuzione della gestione clinica di questo paziente"  

 
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