In questi giorni si festeggia un traguardo importante per il Policlinico. Dieci anni fa, infatti, nacque il progetto Sopravvivere alla Sepsi con lo scopo di trattare la sepsi come una patologia composita da gestire con un approccio multidisciplinare. Fu allora che si costituì il Gruppo di lavoro, composto da Mauro Codeluppi (infettivologo), Massimo Girardis (anestesista-rianimatore),Patrizia Marchegiano(prevenzione e protezione), Marco Marietta (ematologo) e Claudia Venturelli (micro-biologa) che è tutt’ora l’anima di un progetto la cui filosofia è stata in seguito esportata in molte altre realtà sanitarie italiane ponendo il Policlinico all’avanguardia in questo campo. In questa decade sono stati ottenuti molti risultati ma tanto è ancora il lavoro da fare. In concomitanza della Giornata mondiale della sepsi– che si è celebrata il 13 settembre - il Policlinico dedica al tema un incontro destinato a tutti gli operatori che si tiene oggi giovedì 17 settembre, presso il Centro didattico interdipartimentale (Policlinico, via del Pozzo, ore 13,30), incentrato proprio sullo stato dell’arte e i possibili sviluppi, certo influenzati dal diffondersi dei germi multi-resistenti, il nemico più agguerrito in questo campo.
“La sepsi è una malattia causata da un’infezione – spiega il prof. Massimo Girardis, direttore dell’Anestesia e rianimazione del Policlinico, tra i fondatori del progetto - nella maggior parte dei casi da batterica, che richiede interventi precoci multidisciplinari in una logica propria di una patologia dove il tempo di intervento è decisivo. In Europa si verificano circa 400 casi di sepsi su 100.000 abitanti ogni anno, un’incidenza che supera quella dell’infarto del miocardio e dei tumori. In Italia si stima che ci siano 60.000 morti all’anno per sepsi.” La sepsi può colpire
chiunque senza distinzione di età, sesso, condizioni di salute anche se sono più esposte le persone con ridotte difese immunitarie, anziani e bambini. Le ultime ricerche dimostrano checon l’adozione tempestiva di strategie di provata efficacia, sia possibile ridurre in maniera significativa la mortalità ad essa associata. “In questo ambito – aggiunge Girardis– il
Policlinico di Modena si sta impegnando da oltre 10 anni con una serie di progetti dedicati al trattamento precoce del paziente grave, alla prevenzione delle infezioni ed all’uso razione degli antibiotici”.
Tra le strategie per ridurre questa diffusione, il lavaggio delle mani resta la più importante. A questa precauzione vanno affiancati interventi più avanzati come la cosiddetta stewardship antibiotica, intesa come una serie di misure per ridurre l’esposizione non appropriata alla pressione selettiva degli antibiotici stessi. “Una serie d’iniziative sono state avviate da alcuni anni nel nostro ospedale, per cercare di organizzare una politica razionale degli antibiotici, in particolare negli ultimi 2 anni, ma molto occorre ancora fare per raggiungere un soddisfacente e
persistente controllo dell’uso antibiotico, pur nel mantenimento della appropriatezza prescrittiva.” Aggiunge la dottoressa Patrizia Marchegiano, responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione del Policlinico.
Per migliorare la sopravvivenza del paziente con sepsi è fondamentale l’identificazione precoce del paziente e del microorganismo infettante che permette una terapia antibiotica mirata. Al
Policlinico è attivo il team sepsi, composto da anestesisti e infettivologi che assicurano il trattamento del paziente del paziente con sepsi severa e shock settico 24 ore su 24.Ogni anno il team
sepsi gestisce insieme alle equipe mediche ed infermieristiche del pronto soccorso e degli altri dipartimenti ospedalieri circa 300 pazienti con sepsi grave e shock settico, con una sopravvivenza, per i casi più gravi che vengono ricoverati in Terapia Intensiva, che è intorno al 60-65%, dato tra i migliori raggiunti in Italia(dove la media si attesta sui 40-45%).
In questi anni una importante attività di supporto è stata garantita dall’ attività e dallo sviluppo delle procedure di diagnostica microbiologica. L’emocoltura è tuttora il Gold standard nella diagnosi microbiologica della sepsie il trend di richieste di emocolture nel Policlinico di Modena è progressivamente aumentato passando da 3749 set nel 2° semestre 2004 a 7301 nel 1° semestre 2015 con un numero di Pazienti appropriatamente sottoposti ad emocoltura pressoché raddoppiato da 1181 a 2099, grazie all’impegno del Laboratorio di Microbiologia.