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Un logo nel segno della continuità

Patet Omnibus: la Storia della mano Patente

Un logo nel segno della continuità

Il logo delle celebrazioni

La progettazione del logo celebrativo dell’evento è stata pensata in modo da rappresentare diverse esigenze comunicative. Le Fotografie dell’ospedale utilizzate, hanno permesso di ideare e creare un logo iconico in chiave «vintage», seguendo lo stile tipico del periodo di costruzione. L’immagine posterizzata è stata resa così più attuale. Come elemento di continuità e legame tra gli ospedali cittadini è stato utilizzando a modello la mano patente presente nella cimasa appartenuta alla cancellata di ingresso del Grande Spedale di epoca Ducale (1758), rivisto in modo da renderlo più “leggero” e moderno. Lo stile tipografico scelto evoca il carattere usato nella stampa degli anni 60, periodo di inaugurazione della struttura.

Il logo è pensato come identità visiva dell’intera iniziativa, su tutti i supporti e le applicazioni, sia di stampa che digitali online e offline. Con lo stesso stile utilizzato per il logo Policlinico, si è provveduto a realizzare una versione anche per l’ospedale Civile di Baggiovara, che in questo modo entra nello spirito delle celebrazioni del ventennale che si terranno nel 2025, creando in questo modo un insieme iconico dei due ospedali, che seppur diversi nelle architetture, rappresentano un’Azienda unica. Il Font utilizzato, in sintonia con la metodologia utilizzata per il Policlinico, è il Gotham un carattere creato nel 2000.
 
Patet Omnibus: la Storia della mano Patente 

Nel logo scelto per le celebrazioni è riprodotta la Mano patente, un particolare del manufatto in ferro battuto recante al centro la Mano Patente che è stato lo stemma storico degli ospedali modenesi. In principio fu la Mano benedicente, con l’anulare e il mignolo ripiegati, derivante probabilmente da quella della statua di San Geminiano posta nel 1376 sulla Porta Regia del Duomo modenese.
Essa era lo stemma delle antiche Opere Pie e campeggiava nel bellissimo emblema della Santa Unione (1541-1764) che per la prima volta accorpò gli antichi istituti ospedalieri e opere pie della città nell’edificio della Cadé, che poi divenne l’Ospedale Sant’Agostino. Quando il Duca Francesco III (1737-1780) decise di costruire il Grande Spedale degli Infermi, inaugurato nel 1758, e di sopprimere (1764) la Santa Unione, trasformò la Mano benedicente in Mano Patente per sottolineare la differenza fra la Santa Unione, di origine privata e carattere religioso, e la nuova Opera pia, istituzione civile di diritto pubblico. L’emblema utilizzato per il logo si trova si trova sulla cancellata realizzata dal virtuoso Giambattista Malagoli (1729-1797) per il Vecchio ospedale ed è raffigurato in foglia d’oro, anche sul bellissimo soffitto affrescato della Farmacia del Vecchio Ospedale Civile. Nel tempo, il Grande Spedale si caratterizzò quindi come un’istituzione laica con il motto “Patet omnibus”, che significa “aperto a tutti” cioè che l’assistenza è destinata a tutti i cittadini. Proviene dal Grande Spedale anche il manufatto in ferro battuto con la Mano Patente che ora si trova al Policlinico e che si può ritenere come opera dello stesso Malagoli o della sua scuola. Questo emblema contraddistinse sia la Congregazione di Carità, gli Enti Comunali di Assistenza, e gli Istituti Ospedalieri Modenesi (1956-1980) che accorpavano Nuovo Policlinico e Ospedale Civile. Accantonato con la nascita della USL 16, venne riscoperto nel nel 1994, quando la nuova Azienda Ospedaliera Policlinico di Modena lo scelse come proprio stemma. Nel 2007, infine, la Mano Patente scomparve dal simbolo del Policlinico in virtù della decisione da parte della Regione Emilia - Romagna di creare un logo unico del Servizio Sanitario Regionale. Nel 2009, tuttavia, venne utilizzata per coniare il Sigillo dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena donato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante l’inaugurazione del nuovo Pronto Soccorso del Policlinico. La Mano patente rappresenta quindi la storia dell’assistenza ospedaliera modenese ed è stato naturale sceglierla per unire i loghi delle celebrazioni del Sessantenario del Policlinico (1963-20223) e del ventennale del Nuovo Ospedale Civile (2005-2025) che ricordano di fatto un unico lungo percorso comune di assistenza.  

 
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