L’idea di celebrare i primi 60 anni del nostro Policlinico potrebbe apparire una formalità e un dovere. Non è così. Riflettere su cosa è stato il Policlinico di Modena per Modena e per il Paese intero è un bisogno, una volontà, un traguardo che segna dei punti di arrivo ma anche e soprattutto dei punti di partenza. Gli appuntamenti che abbiamo ideato e organizzato nel corso di quest’anno li consideriamo anzitutto un’occasione, nonché un contenitore di sviluppo di idee e riflessioni, affondi della memoria e considerazioni prospettiche, un’occorrenza per tornare ad ispirarci ai maestri che ci hanno preceduto e per immaginarci un futuro altrettanto fecondo e orientato al progresso.
Con queste celebrazioni vogliamo valorizzare due importanti contenuti. Da un lato, il lavoro e la passione di uomini e donne che in questi decenni hanno contribuito alla crescita e al miglioramento della medicina e della sanità nazionale e internazionale, di cui beneficeranno i cittadini di oggi e quelli di domani. D’altro lato, nella filosofia di trasmettere alle persone che città e ospedale vivono in un rapporto osmotico, va ricordato il significato del Policlinico per il tessuto urbano della città, a cominciare dalla storia della sua struttura edilizia, tecnologica, legislativa. Il progetto celebra i 60 anni del Policlinico, ma vuole essere una festa per tutta l’Azienda Ospedaliero-Universitaria. L’Ospedale Civile di Baggiovara, infatti, che nel 2025 celebrerà i primi 20 anni di vita, è fortemente legato all’Ospedale Sant’Agostino, il primo ospedale clinico della città riaperto pochi anni dopo l’inaugurazione del nuovo Policlinico. I due ospedali hanno storicamente camminato insieme dapprima in seno agli Istituti Ospedalieri di Modena, poi all’Usl16 e ora - dopo una breve parentesi - sotto il nome comune e significativo di Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.
E quindi: “tanti auguri Policlinico".
Paolo Barbieri
Responsabile
Servizio Comunicazione e Informazione
