Non è normale che faccia così male’. In occasione della Giornata mondiale sull’endometriosi, che ricorre oggi, martedì 28 marzo, la Regione Emilia-Romagna ha lanciato una campagna di informazione e sensibilizzazione su una malattia dolorosa e quasi invisibile perché ancora sottovalutata. Da qui lo slogan della campagna, che invita a riflettere sulla lotta alla normalizzazione del dolore, ricordando che sottovalutare i sintomi di questa patologia può avere effetti cronici ed invalidanti. Secondo i dati della letteratura scientifica circa il 10% della popolazione femminile in Europa è affetta da endometriosi e in Italia la stima riguarda quasi 3 milioni di donne. In Emilia-Romagna potrebbero esserne affette circa 98.000 donne, ovvero il 10% di quelle in età fertile (12-50 anni) e sempre sul territorio regionale sono stati 896 i ricoveri per interventi chirurgici di endometriosi nel 2022.
Al Policlinico di Modena, presso l’Ostetricia e la Ginecologia diretta dal prof. Fabio Facchinetti, è attivo un Ambulatorio
endometriosi e dolore pelvico cronico della Clinica Ginecologica, di cui è Responsabile il dott. Carlo Alboni.
“L’endometriosi – spiega il prof. Fabio Facchinetti – è la presenza di endometrio, mucosa che normalmente riveste esclusivamente la cavità uterina, all’esterno dell’utero. Questo provoca dolore mestruale, dolore nei rapporti sessuali e può provocare infertilità nel 30-40% dei casi. Si tratta quindi di una malattia subdola, con aspetti misconosciuti per la sua complessità, che colpisce la donna, la vita della famiglia, le relazioni sociali. Una patologia che richiede un approccio multidisciplinare che deve coinvolgere diversi specialisti, da quelli ospedalieri a quelli che operano sul territorio, dal ginecologo al radiologo, dall'urologo al chirurgo generale, dall'anatomopatologo all'epidemiologo e allo psicologo”.
“L’attività ambulatoriale specialistica per la malattia endometriosica esegue più di 1000 prestazioni all’anno a fronte di un enorme impegno di trattamento chirurgico che, negli ultimi quattro anni e mezzo e mezzo, ha visto eseguire più di 600 procedure chirurgiche per curare questa complessa patologia in un’ottica di approccio multidisciplinare.” spiega il
dottor Carlo Alboni.