Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena
 
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Le vaccinazioni per il personale sanitario

Gli ambienti di vita sono potenzialmente contaminati da microrganismi patogeni e il rischio di contrarre una malattia infettiva è insito nel fatto di vivere in comunità (rischio generico).

All'interno di una struttura sanitaria, in determinate aree e nel corso di definite attività, a causa della concentrazione di pazienti infetti e materiali contaminati, tale rischio può essere maggiore (rischio lavorativo da esposizione ad agenti biologici: potenziale o deliberato).

Una malattia infettiva causata dal lavoro può verificarsi essenzialmente in presenza di due condizioni: da un lato un'esposizione efficace per via aerea o ematica o orofecale, dall'altro la recettività della persona esposta all'agente biologico.

L'analisi approfondita dell'esposizione efficace (tipologia di pazienti, manovre assistenziali, utilizzo dei dispositivi di protezione collettivi e individuali, caratteristiche delle attrezzature e degli ambienti, organizzazione del lavoro con particolare riferimento alle procedure operative ed ai carichi di lavoro, formazione degli operatori sanitari) rappresenta il nucleo fondamentale della valutazione del rischio biologico. Dal rischio individuato dipende l'adozione delle misure di prevenzione, compresa la vaccinazione.

Programmi di vaccinazione ben impostati possono ridurre in modo sostanziale il numero degli operatori suscettibili e i conseguenti rischi sia di acquisire infezioni occupazionali, sia di trasmettere patogeni prevenibili con la vaccinazione ai pazienti o ad altri operatori e rappresentano pertanto una misura generale di controllo delle infezioni a miglior rapporto costo-efficacia della gestione clinica dei singoli casi ed al controllo degli eventi epidemici.

La vaccinazione, quando disponibile deve essere considerata come una misura di sicurezza fondamentale e bisogna sempre ricordare che non è un modo per evitare, o considerare meno stringente, la necessità di adottare efficaci misure di contenimento primario, in particolare procedure di lavoro sicure.

Per prenotare le vaccinazioni è necessario inviare una mail di richiesta a: sorveglianza.san@aou.mo.it

 
 
 

Schede tecniche

 
  • Covid-19

    è una malattia infettiva diffusiva a trasmissione aerea, prevalentemente tramite droplets. La carica virale è più elevata nei primi 2-3 giorni dall'insorgenza dei sintomi e questo, insieme all'elevata dispersione virale nelle secrezioni delle vie respiratorie superiori, porta all'elevata diffusione della malattia nella popolazione. L'infezione è caratterizzata da una elevata contagiosità e i quadri clinici variano dalla completa asintomaticità ad una sindrome simil-influenzale fino a forme molto gravi di insufficienza respiratoria. La presenza di comorbilità aumenta il rischio di forme gravi e, tra queste, le più importanti sono: l'obesità, il diabete mellito, le malattie croniche a carico dell'apparato cardiorespiratorio, l'insufficienza renale cronica, le epatopatie croniche, le neoplasie operate e trattate con chemio e radioterapia entro i 5 anni, le malattie autoimmuni, gli stati di immunodepressione, le malattie infiammatorie croniche, il malassorbimento intestinale e le malattie neuromuscolari. Covid 19 si contraddistingue per maggior letalità nelle fasce di popolazione più anziane e nei pazienti comorbilità.

    Vaccino

    In riferimento alla Circolare del Ministro della Salute n. 27825 del 17 settembre 2024, la  vaccinazione anti COVID-19 attualmente prevede, nei soggetti precedentemente vaccinati con un vaccino anti-COVID-19, la somministrazione della nuova formulazione di vaccino m-RNA Comirnaty JN.1 raccomandata a distanza di almeno 3 mesi dall'ultima dose di vaccino anti-Covid-19 ricevuta. Si sottolinea, inoltre, che  un' infezione recente da SARS-CoV-2 non rappresenta una controindicazione alla vaccinazione. Si  prevede una singola dose di Comirnaty Omicron JN.1 anche per coloro che non sono mai stati vaccinati. Il vaccino anti Covid-19 è in  genere ben tollerato e gli effetti collaterali riscontrati più frequentemente sono dolore e tumefazione in sede di iniezione, stanchezza, cefalea, mialgia , artralgia, brividi. Si sono registrati casi molto rari di miocardite di grado lieve soprattutto nei giovani maschi ( dopo la terza dose 1 caso su 1.000.000). La vaccinazione anti Covid-19 può essere somministrata contemporaneamente  ad altre vaccinazioni, compresa quella anti-influenzale.la  vaccinazione anti COVID-19 attualmente  prevede la somministrazione della nuova formulazione di vaccino m-RNA Comirnaty Omicron XBB 1.5   raccomandata a distanza di 6 mesi dall'ultima dose ricevuta o dall'ultima infezione (data del test diagnostico positivo), a prescindere dal numero di eventi pregressi (dosi ricevute o diagnosi di infezione). Si sottolinea ,inoltre, che  un' infezione recente da SARS-CoV-2 non rappresenta una controindicazione alla vaccinazione. Si  prevede una singola dose di Comirnaty Omicron XBB 1.5 anche per coloro che non sono mai stati vaccinati. Il vaccino anti Covid-19 è in  genere ben tollerato e gli effetti collaterali riscontrati più frequentemente sono dolore e tumefazione in sede di iniezione, stanchezza, cefalea, mialgia , artralgia, brividi. Si sono registrati casi molto rari di miocardite di grado lieve soprattutto nei giovani maschi ( dopo la terza dose 1 caso su 1.000.000). La vaccinazione anti Covid-19 può essere somministrata contemporaneamente  ad altre vaccinazioni, compresa quella anti-influenzale.

  • Morbillo

    E' una malattia infettiva causata da un virus del genere morbillivirus ( famiglia dei Paramyxoviridae) che si manifesta con febbre, tosse insistente, secrezioni nasali, congiuntivite ed esantema cutaneo. In circa il 30% dei casi, in particolare nei bambini molto piccoli e negli adulti, si possono avere diarrea, otite, polmonite, convulsioni, trombocitopenia, cheratite ed encefalite. Molto raramente può provocare panencefalite sclerosante subacuta, patologia che a distanza di anni può determinare un danno cerebrale irreversibile. (Nei paesi dove è diffusa la vaccinazione questa complicanza è praticamente scomparsa). Il morbillo rimane una delle malattie virali più contagiose e tuttora una delle più frequenti cause di malattia, nonché di morte nei bambini di tutto il mondo.

    Parotite

    La parotite epidemica è una malattia infettiva, endemica, causata da un virus a RNA, appartenente al genere rubulavirus della famiglia paramyxovirus. Si manifesta di solito con il rigonfiamento di una o di entrambe le parotidi e anche delle altre ghiandole salivari. Può inoltre dare interessamento del sistema nervoso centrale; possibile la pancreatite; se l'infezione è contratta nei maschi dopo la pubertà, nel 20-50% dei casi può provocare orchite ed infertilità, nelle donne più raramente può determinare ovarite.

    Rosolia

    È una malattia infettiva esantematica causata dal Rubellavirus. Si manifesta con febbre modesta, ingrossamento delle linfoghiandole a livello di collo e nuca e comparsa di esantema caratterizzato da macchioline rosee, di solito di breve durata. Il virus è in grado di attraversare la placenta, pertanto se la rosolia viene contratta in gravidanza, in particolare entro le prime settimane di gravidanza, può provocare aborto spontaneo, morte intrauterina del feto o gravi  malformazioni fetali ( sordità, difetti della vista, malformazioni cardiache e ritardo mentale).  Per verificare la protezione verso il virus della rosolia si ricorre al Rubeo test consigliato a tutte le donne prima della gravidanza.

    Vaccino

    Il vaccino combinato trivalente garantisce una protezione a lungo termine nel 95-100% dei casi. Il vaccino in genere è ben tollerato, e gli effetti collaterali più frequenti sono rappresentati da rossore e gonfiore nel punto di somministrazione. Altri sintomi comunque lievi possono essere febbre, esantema. È scientificamente provato che il vaccino MPR non provoca, non stimola, né contribuisce all'insorgenza delle sindromi dello spettro autistico.

  • Varicella

    È una malattia infettiva causata dal virus varicella/zoster che si manifesta con la comparsa di papule sulla pelle che evolvono rapidamente in vescicole poi in pustole, infine in croste destinate a cadere. La malattia può essere particolarmente grave se colpisce persone immunodepresse potendo provocare polmoniti ed altre gravi patologie. Tra le rare complicanze neurologiche la più comune è l'infiammazione del cervelletto che può provocare disturbi dell'equilibrio. Dopo la guarigione il virus rimane latente per tutta la vita a livello delle corna posteriori del midollo spinale. Nel 10-20% dei casi il virus si può riattivare anche a distanza di anni dando luogo all'herpes zoster.

    Vaccino

    Il vaccino contiene il virus vivo attenuato in grado di stimolare ugualmente la risposta immunitaria. Si somministra a partire dai 12 mesi di vita. Vengono consigliate due dosi di vaccino, la prima tra i 12 e i 15 mesi, la seconda a 5 -6 anni. In questo modo la protezione ottenuta raggiunge il 99%. Il vaccino, due dosi ad almeno un mese di distanza l'una dall'altra,  è indicato anche nei soggetti con fattori di rischio ( es. persone affette da immunodepressione severa) ed inoltre è consigliato negli adolescenti e negli adulti che , per motivi professionali, hanno maggior rischio di contrarre l'infezione. Il vaccino contro la varicella può essere somministrato nella formulazione tetravalente (MPRV), ma è disponibile anche nella formulazione singola. Il vaccino è generalmente ben tollerato. Gli effetti collaterali più frequenti sono locali (rossore, gonfiore, dolore) nel punto di inoculazione. L'incidenza di effetti avversi severi è estremamente rara.


    Herpes Zoster

    L'Herpes Zoster è una malattia debilitante e molto comune (circa 1 persona su 4 sviluppa un episodio nel corso della vita) e la sua frequenza aumenta con l'età. Le manifestazioni cutanee dell'herpes zoster consistono nella comparsa di vescicole localizzate molto dolorose a disposizione metamerica; la complicanza più comune è rappresentata dalla nevralgia post erpetica che può durare mesi o anni dopo la  guarigione delle  manifestazioni cutanee. La concomitanza di alcune patologie può aumentare il rischio di herpes zoster o aggravarne il quadro sintomatologico e/o l'evoluzione. La vaccinazione, oltre alla fascia di età anziana, va offerta in presenza di:
    - diabete mellito
    - patologie cardiovascolari
    - BPCO
    - terapia immunosoppressiva
    La vaccinazione riduce il rischio di sviluppare lo zoster e soprattutto protegge dalla nevralgia post erpetica. In seguito alla somministrazione del vaccino possono presentarsi reazioni locali come gonfiore, prurito, eritema e dolore nel punto di iniezione; in alcuni casi sono stati segnalati cefalea e dolore alle estremità.

  • L'epatite B è una malattia virale dovuta al virus dell'epatite B che si trasmette tramite il sangue, liquidi biologici (latte, sperma, secrezioni vaginali) dei soggetti infetti che siano malati o portatori cronici. L'85-90% delle infezioni si risolve spontaneamente; tuttavia una parte delle persone infettate manifesta sintomi come debolezza, nausea, vomito, febbre, ittero o evolve in una infezione persistente (epatite o cronica persistente o cronica  attiva) che può portare a cirrosi epatica e/o epatocarcinoma. Gli individui una volta infettati possono, inoltre, diventare portatori cronici del virus, anche in assenza di sintomi.

    Vaccino

    Il vaccino contro l'epatite B è costituito solo dalla porzione più esterna del virus, incapace di trasmettere la malattia ma sufficiente a stimolare la risposta immunitaria. La vaccinazione, resa obbligatoria in Italia dal 1991, è altamente efficace in particolare nei bambini che risultano protetti fino al 98%  dei casi. Il vaccino è ben tollerato e gli effetti avversi più frequenti sono rappresentati da rossore, dolore e gonfiore nella sede di inoculazione. Raramente si possono verificare febbre, cefalea, nausea e dolori osteoarticolari di breve durata. Ancora più raramente, in particolare nei ragazzi e negli adulti,  neurite periferica.

  • Il meningococco (Neisseria Meningitidis) è in grado di diffondersi alle meningi o a tutto l'organismo determinando gravissime infezioni quali meningiti o sepsi e più raramente polmonite, artrite, otite, epiglottite. La fascia di età più colpita è quella sotto i 5 anni, seguono gli adolescenti e gli adulti fino ai 25 anni. La meningite si manifesta con febbre elevata, forte cefalea, rigidità nucale, convulsioni, nausea, vomito, fotofobia e alterazioni dello stato di coscienza. Si conoscono 13 ceppi di meningococco ma solo 5 (A, B, C, W-135, Y) sono capaci di sviluppare malattie invasive.

    Vaccino

    Sono disponibili tre tipi di vaccino:
    1. Vaccino coniugato tetravalente contro i tipi A, C, Y, W-135 che può essere utilizzato dopo il primo anno di vita;
    2. Vaccino contro il meningococco B che può essere somministrato dopo i 2 mesi compiuti;
    3. Vaccino coniugato monovalente contro il meningococco C che può essere utilizzato a partire dai due mesi compiuti.
    La vaccinazione contro il meningococco tetravalente è raccomandata per i bambini tra i 12 e i 15 mesi con una seconda dose a 13-14 anni. La vaccinazione contro il meningococco B è offerta nel primo anno di vita. Entrambi i vaccini sono offerti alle persone di ogni età più a rischio di ammalarsi gravemente, ad esempio persone immunodepresse. Il vaccino tetravalente è indicato anche per i viaggiatori che si recano in aree a maggior rischio per i 4 ceppi o per chi soggiorna in questi paesi per lunghi periodi. Tutti i vaccini sono ben tollerati e presentano come disturbi più frequenti dolore, rossore, gonfiore nella sede di inoculazione; più raramente possono comparire in maniera transitoria cefalea, dolori muscolari o articolari e febbre a volte elevata.

  • La vaccinazione antipneumococcica viene utilizzata per fornire protezione nei confronti delle malattie causate dal batterio Streptococcus pneumoniae (pneumococco), riconosciuto come responsabile di polmoniti, meningiti, batteriemia (in bambini e adulti),  oltre che di una condizione particolarmente grave, definita malattia pneumococcica invasiva diffusa soprattutto nei soggetti anziani e nella fascia pediatrica.

    Le malattie da pneumococco sono causate da diversi sierotipi dello  streptococcus pneumoniae; si conoscono più di 90 sierotipi, solo una parte dei quali è in grado di provocare forme di infezioni invasive. 
    Negli adulti, la vaccinazione  ha dimostrato di essere efficace sia contro lo sviluppo di malattia che contro l'ospedalizzazione da polmonite pneumococcica.

    La vaccinazione è raccomandata al personale con particolari condizioni di rischio individuale (vedi nota 4 del Piano Aziendale Vaccinazioni); ad esempio comorbilità come patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche e immunodepressive, che espongono ad un aumentato rischio di contrarre malattie infettive invasive e sviluppare complicanze gravi.

    È consigliata ed offerta alle persone con età superiore a 65 anni.

    Formule vaccinali

    - Per gli operatori sanitari che non hanno mai effettuato vaccinazione antipneumococcica
     si applica la seguente schedula sequenziale:vaccino coniugato 20-valente (Apexxnar), e a seguire, dopo almeno due  mesi il  vaccino polisaccaridico 23-valente (Pneumovax) (comunque entro 12 mesi).

    - Per gli operatori sanitari  che hanno ricevuto da più di un anno il solo vaccino antipneumococcico 23 valente potrà essere inoltre somministrato Apexxnar 20 valente. Non sono necessarie ulteriori dosi negli operatori sanitari che hanno completato la sequenziale, con una dose di entrambi i vaccini (Prevenar 13/ Pneumovax o Pneumovax/Apexxnar).

    Il vaccino anti-pneumococco in genere è ben tollerato e gli effetti collaterali riscontrati più frequentemente  comprendono dolore e gonfiore nel sito di iniezione, mialgia , astenia, cefalea e artralgia. Come per altre vaccinazioni, anche in questo caso, viene proposta la co-somministrazione con altre vaccinazioni, inclusa la vaccinazione anti-influenzale.

  • È una malattia infettiva respiratoria acuta provocata da due diversi tipi di virus influenzale: tipo A e tipo B che ogni anno possono andare incontro a mutazioni. Questo significa che l'influenza non lascia una memoria immunitaria stabile per cui la composizione del vaccino deve essere aggiornata annualmente, adeguandola ai ceppi virali che hanno avuto maggior diffusione nel periodo epidemico. L'influenza ha di solito esordio brusco con sintomi generali e sintomi respiratori: febbre, dolori ossei e muscolari, cefalea, spossatezza, faringodinia, e tosse. La malattia può essere pericolosa quando colpisce soggetti anziani o affetti da malattie croniche che li rendono più suscettibili a complicanze (in primo luogo la polmonite).

    Vaccino
    Il vaccino antinfluenzale è il mezzo disponibile più efficace e sicuro per prevenire la malattia e per proteggere dalle complicanze. La vaccinazione è consigliata per le persone oltre i 65 anni e nei soggetti a rischio sia adulti che bambini. La vaccinazione andrebbe praticata quando comincia la stagione epidemica, tra inizio ottobre e fine dicembre. La protezione inizia 15 giorni dal completamento della vaccinazione per poi declinare nei 5-6 mesi successivi. La campagna antinfluenzale 2024-2025 è condotta con i vaccini di seguito allegati e che conferiscono un'immunizzazione attiva nei confronti dei quattro ceppi di virus influenzali (due di sottotipo A, due di sottotipo B) contenuti nel vaccino. Il vaccino antinfluenzale è in genere ben tollerato  e solo raramente possono verificarsi effetti collaterali di lieve entità: rossore, gonfiore e dolore in sede di inoculazione; più raramente vi è comparsa di febbre, malessere generale, dolori muscolari, articolari e cefalea. Le reazioni allergiche sono eccezionali

  • Difterite

    La difterite è una malattia infettiva causata dalla tossina prodotta dal Corynebacterium Diphtheriae che può determinare lesioni gravi in organi quali cuore e sistema nervoso e provoca la formazione di membrane a livello di naso, gola, faringe e laringe che possono portare al soffocamento; circa 1-2 casi su 10 possono essere mortali anche se curati con gli antibiotici.

    Vaccino

    Il vaccino contro la difterite viene preparato modificando la tossina difterica ( anatossina) in modo che non sia più pericolosa , ma ugualmente efficace a stimolare una valida risposta anticorpale. Il vaccino antidifterico viene somministrato in maniera combinata con quello antipertosse e antitetanico. Il calendario vaccinale attualmente vigente prevede la somministrazione al terzo, quinto e undicesimo mese di vita con vaccino trivalente. Una dose di richiamo viene eseguita all'età di 5-6 anni e un'altra a 13- 14 anni. Sono inoltre consigliati periodici richiami ogni 10 anni. L'efficacia della vaccinazione è molto alta; quasi il 90% dei vaccinati risulta protetto contro la malattia. Il vaccino è ben tollerato e la maggior parte delle reazioni sono lievi (reazione locale in sede di inoculazione) e febbre in 1/3 dei casi. Le reazioni locali possono aumentare con il numero di dosi eseguite.

    Tetano

    Il tetano è una malattia infettiva causata dalla tossina prodotta dal Clostridium tetani; tale tossina attraverso il sangue e la linfa raggiunge il sistema nervoso centrale causando contrazioni e spasmi diffusi: in circa 4 casi su 10  può risultare mortale.

    Vaccino

    Come nel caso della difterite anche il vaccino antitetanico è costituito dalla anatossina, vale a dire dalla tossina trattata in modo da perdere la sua tossicità, pur mantenendo la capacità di stimolare la risposta anticorpale.  Il calendario vaccinale attualmente vigente è identico a quello antidifterico e prevede la somministrazione al terzo, quinto e undicesimo mese di vita con vaccino trivalente. Una dose di richiamo viene eseguita all'età di 5-6 anni e un'altra a 13- 14 anni. Sono inoltre consigliati periodici richiami ogni 10 anni. L'efficacia è molto alta: quasi il 100% dei vaccinati risulta protetto contro la malattia. Il vaccino è ben tollerato e la maggior parte delle reazioni sono lievi (reazione locale in sede di inoculazione) e febbre in 1/3 dei casi. Le reazioni locali possono aumentare con il numero di dosi eseguite.

    Pertosse

    E' una malattia infettiva causata dal batterio Bordetella pertussis che si manifesta inizialmente con tosse lieve, secrezioni nasali e febbre per una, due settimane; in seguito si verifica accentuazione della tosse, a volte seguita da episodi di vomito. La pertosse generalmente guarisce senza conseguenze; sono possibili complicazioni come otite, laringite, polmoniti, convulsioni e danni cerebrali. È particolarmente pericolosa durante il primo anno di vita. Contrariamente ad altre malattie infettive l'immunità non è definitiva per cui in età adulta la malattia si può ripresentare seppur con minore gravità.

    Vaccino

    Il vaccino impiegato è un vaccino acellulare costituito cioè da alcune piccole porzioni del batterio altamente purificate. Non è attualmente disponibile un vaccino singolo per cui viene somministrato in combinazione (vaccino dTpa). La vaccinazione antipertosse è fortemente raccomandata dal compimento dei due mesi di età. Per proteggere i bambini più piccoli non ancora vaccinati si raccomanda la vaccinazione per le donne in gravidanza.  Il periodo ideale è tra la 27° e la 32° settimana di gestazione al fine di assicurare il massimo trasferimento di anticorpi materni attraverso la placenta.  Dopo le tre dosi previste nei primi 12 mesi di vita sono raccomandati richiami vaccinali a 5-6 anni, a 13- 14 anni, nonché  richiami decennali  insieme ad antitetanica ed antidifterica. Le reazioni avverse in genere sono lievi e di breve durata: entro 24- 48 h comparsa di dolore, rossore, edema nel punto di somministrazione; possibile comparsa di febbre nei due giorni successivi alla vaccinazione, talvolta associata ad irritabilità e sonnolenza.

 
 
 
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