Il gruppo della Farmacologia e Tossicologia Clinica dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, di cui è referente la dottoressa Simona Guerzoni ha coordinato il tavolo di lavoro inerente il “Percorso del Trapianto d’Organo in Paziente con Patologia Alcol Correlata” e ha esposto il documento finale nel corso della seconda Conferenza Nazionale Alcol che si è tenuta a Roma dal 15 al 17 marzo scorsi. Il titolo della conferenza è stato ‘Informare, educare, curare: verso un modello partecipativo ed integrato dell'alcologia italiana’. La tre giorni, organizzata e promossa dal Ministero della Salute, ha avuto l’obiettivo di fare il punto sullo stato dell’arte in merito alle azioni a livello nazionale, regionale e locale intraprese e da intraprendere sul tema alcologico, a oltre 20 anni dall'approvazione della Legge quadro 125/2001 in materia di alcol e problemi alcol correlati. L’evento, organizzato sia in presenza (presso l'Auditorium del Ministero della Salute a Roma) sia in modalità streaming sui canali ufficiali del ministero della Salute, ha visto la partecipazione tra gli altri, dei rappresentanti delle associazioni di auto mutuo aiuto, delle Regioni, dell’ANCI, degli operatori del settore, delle società scientifiche, dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e di altre istituzioni.
“In passato – spiega la dottoressa Simona Guerzoni, Responsabile della Tossicologia Medica- Centro Cefalee e Abuso di Farmaci - un paziente con un uso improprio di alcol e patologia alcol correlata non poteva accedere al percorso trapiantologico se non dopo un periodo definito e accertato di astensione dalla sostanza (regola dei 6 mesi). Criterio molto dibattuto, dai Rappresentanti delle Regioni, in quanto questi pazienti, nonostante la gravità della situazione clinica non venivano inseriti in lista, con un tasso di mortalità altissimo. Il lavoro del gruppo ha eseguito come primo step una mappatura dei percorsi presenti sul territorio italiano, questo ha messo in evidenza una grande differenza nei modelli organizzativi, nelle modalità di approcci e linguaggi, in particolare tra Ospedale e territorio, facendo emergere una disparità, rispetto alla garanzia di poter usufruire in ogni luogo di un’assistenza uniforme e sempre aggiornata agli standard di riferimento”.
Il lavoro di costruzione del documento, iniziato due anni fa, ha sicuramente messo come priorità l’integrazione Ospedale-Territorio, dove le équipe alcologiche territoriali entrano a pieno titolo nel percorso del paziente, affiancate dal MMG, sia nella fase pre-trapianto che in quella post. Paziente che entra con i familiari in un percorso strutturato e monitorato, al fine di prevenire quelle che possono essere le possibili ricadute, o insorgenza di altre comorbilità. “Sicuramente l’esperienza e i risultati del nostro Centro Trapianti, diretto dal prof. Fabrizio Di Benedetto – spiega la dottoressa Guerzoni – è stata la base per questo documento. Équipe ed interventi multidisciplinari e integrazione ospedale e territorio hanno mostrato che lo stigma legato a questa tipologia di malattia e pazienti si sta finalmente superando, proponendo loro, ad oggi una parità di cura che in alcune parti del nostro Paese e nel passato non era e non è ancora garantita”. Alla chiusura della Conferenza, il sottosegretario Costa ha istituito un tavolo di lavoro presso il Ministero, con obiettivo: rendere operativi i documenti elaborati dai vari gruppi nelle diverse aree tematiche affrontate.