Un anno fa partiva a Modena lo studio RESCAT per il trattamento sperimentale di pazienti affetti da polmonite da SARS-CoV-2 con infusione di cellule che inibiscono l'infiammazione. Oggi sono 4 i pazienti arruolati, di cui 3 trattati
con cellule stromali mesenchimali (MSC). L'ultimo di loro ha ricevuto pochi giorni fa la seconda infusione. Tutti i pazienti trattati sono stati dimessi entro i successivi 6-7 giorni e hanno mostrato una progressiva riduzione del supporto di ossigeno. Nessuno di loro ha necessitato di trattamenti intensivi aggiuntivi rispetto al trattamento impostato all'ingresso (principalmente cortisone ed eparina per quanto riguarda i farmaci), né ha manifestato effetti secondari riconducibili
all'utilizzo di MSC. Tutti i pazienti arruolati nello studio sono ora seguiti in uno stretto follow-up che proseguirà fino a 6 mesi dopo la dimissione.
Nato sotto il coordinamento dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Modena con l'Università di Modena e Reggio Emilia, RESCAT, "Studio prospettico randomizzato multicentrico di fase I/IIa sull'impiego di cellule stromali mesenchimali allogeniche nel trattamento di pazienti affetti da polmonite da SARS-CoV-2", coinvolge gli Ospedali Meyer e Careggi di Firenze, il Policlinico Irccs Ca' Granda di Milano con l'Ospedale Covid di Milano Fiera, l'Ospedale San Gerardo di Monza con la Fondazione Centro di ricerca Tettamanti e con l'Università Milano-Bicocca, l'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e l'ULSS 8 Berica di Vicenza, centri nei quali si sta iniziando ad arruolare pazienti proprio in queste settimane. A supportare i centri per l'analisi dei biomarcatori sono l'Istituto Mario Negri di Milano e
la Fondazione Centro di ricerca Tettamanti.
Le cellule stromali mesenchimali sono un tipo di cellule staminali in grado di produrre fattori antinfiammatori che sono potenzialmente in grado di contrastare il meccanismo alla base del danno d'organo indotto dal virus. RESCAT è il primo studio in Italia che utilizza le cellule MSC in sperimentazione clinica per pazienti con polmonite COVID-19 e si conferma il primo al mondo che esegue un confronto tra fonti di MSC diverse all'interno di un'unica sperimentazione controllata: cordone ombelicale, tessuto adiposo e midollo osseo. Il protocollo prevede due infusioni endovenose di MSC allogeniche a distanza di 5 giorni l'una dall'altra in un campione di 60 pazienti (40 trattati e 20 come gruppo di controllo) ricoverati e seguiti nei reparti COVID degli ospedali coinvolti.
"In questa fase l'obiettivo dello studio consiste nel verificare la fattibilità e la sicurezza dell'utilizzo delle MSC nel trattamento della polmonite da SARS-CoV-2", spiega il professor Massimo Dominici, Direttore della Struttura Complessa di Oncologia dell'Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena, professore all'Università di Modena e Reggio Emilia e responsabile Laboratorio Terapie Cellulari. "Sebbene sia prematuro giungere a conclusioni, ad oggi è stata dimostrata l'assenza di reazioni allergiche, infezioni secondarie o eventi avversi legati all'infusione di MSC. Nel giro di pochi giorni dalle infusioni i Colleghi della Pnemologia hanno osservato un miglioramento nei pazienti trattati. Anche le aspettative di una riduzione dei tempi di degenza e di una diminuzione della dipendenza dall'ossigenazione e dal suo supporto sono state soddisfatte. Devo ringraziare la squadra clinica, laboratoristica, infermieristica ed i nostri uffici di trial che in un momento complesso di emergenza pandemica non si sono mai fermati per fornire ai pazienti coinvolti una opzione terapeutica nuova e promettente".
"Finora continua a non essere disponibile "il" trattamento farmacologico efficace per la cura della sindrome COVID-19 con interessamento polmonare", sottolinea il professor Enrico Clini, Direttore della Struttura Complessa di Malattie dell'Apparato Respiratorio dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e professore all'Università di Modena e Reggio. "Ad oggi utilizziamo farmaci antinfiammatori e anticoagulanti, più di rado farmaci antivirali, in aggiunta alla terapia di supporto respiratorio secondo le raccomandazioni di AIFA e che derivano dall'esperienza scientifica e di ricerca che ha avuto avvio con la pandemia. Ma la letteratura, e oggi lo sta facendo anche questo studio, ha dimostrato che le MSC possono essere un formidabile alleato terapeutico in grado di agire per prevenire la sindrome da distress
respiratorio, una delle conseguenze più letali dell'infezione da Sars-CoV-2".