Il trapianto di fegato da donatore vivente è attivo a Modena da luglio del 2020, a dimostrazione di come, nonostante le difficoltà legate alla pandemia da Sars-Cov-2, l'attività trapiantologica dell'Emilia-Romagna sia in grado di realizzare programmi innovativi.
Dopo i primi due trapianti di questo tipo avvenuti nel 2020, ne sono stati effettuati altri 7 nel 2021.
Secondo un recente sondaggio internazionale, in Europa il numero di trapianti di fegato da donatore vivente oscilla tra lo 0.01 e l'1 per milione di abitanti; un tasso notevolmente inferiore rispetto a quello di Paesi come Giappone, Corea del Sud e Cina, che raggiungono i 5 casi per milione di abitanti. Si tratta comunque di una procedura ben consolidata a livello internazionale, sicura sia per i riceventi che per i donatori.
Quella di Modena, seppur giovane, rappresenta una realtà importante, che punta a incrementare ulteriormente il proprio volume d'attività, anche alla luce dei risultati internazionali che dimostrano una migliore risposta oncologica per i pazienti sottoposti a trapianto di fegato da donatore vivente.
A migliorare le opportunità di cura per i pazienti, si è aggiunta nel 2021 l'approvazione del protocollo LIVERMORE (Living donor liver transplant Modena for colorectal metastasis), ovvero il trapianto di fegato da donatore vivente nei pazienti affetti da metastasi epatiche da adenocarcinoma del colon.
Un programma unico in Europa, che si aggiunge agli altri tre programmi a livello internazionale (Canada, Stati Uniti e Corea del Sud).
Il trapianto di fegato per metastasi epatiche rappresenta una delle principali innovazioni degli ultimi anni nel campo della cosiddetta "transplant oncology", che si va a inserire nella cura multidisciplinare del paziente con adenocarcinoma del colon, dando un'opportunità di cura in più a questi pazienti.
Nel 2021, infine, il reparto di Chirurgia oncologica, epato-bilio-pancreatica e dei Trapianti di fegato dell'Aou Modena è stato valutato positivamente in base alla normativa internazionale ISO 9001:2015, ottenendo la certificazione di qualità per la gestione del paziente candidato a trapianto di fegato, standard e da donatore vivente, insieme alla certificazione delle competenze del team multidisciplinare (chirurgico, radiologico, epatologico e oncologico) per la gestione delle patologie epatiche.