Così corre una squadra

Il saluto del Direttore Generale Claudio Vagnini

Claudio Vagnini
Claudio Vagnini

Care colleghe e cari colleghi,
 
quelli di cui desidero scrivere sono i giorni della ripartenza, della riconversione dei reparti alla loro specialità originaria, della speranza. È così che voglio iniziare questa lettera, con una nota positiva. E con la stessa nota positiva vorrei concluderla.
Un po’ come nelle fiabe, quelle d’autore, che attraversano tempo e generazioni, ma che, nonostante tutto, mantengono sempre il loro significato originario. Anche questo anno e mezzo resterà impresso nei ricordi di tutti, soprattutto di chi l’ha vissuto in prima
persona come voi, con la dedizione, l’impegno e il sacrificio che avete dimostrato giorno dopo giorno.

Non dovrà mai accadere che si rischi di romanzare la realtà di questi mesi. Anche se, a volte, ci siamo sentiti davvero di far parte di una fiaba. Quella a cui mi riferisco è di Lewis Carroll. Non «Alice nel paese delle meraviglie», ma il suo “sequel”: «Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò». Qui, ad un certo punto, Alice si trova su una scacchiera e si mette a correre con la Regina Rossa per raggiungere un’altra postazione. Per starle al passo, Alice corre a perdifiato, mentre la Regina Rossa continua a dirle di correre sempre più veloce. Correndo, Alice si accorge che gli alberi e tutte le cose attorno restano sempre fermi allo stesso posto.
Quando chiede spiegazioni alla Regina Rossa, riferendo che nel suo Paese,quando si corre così forte e a lungo, si arriva da qualche altra parte, la Regina risponde: «Ma che Paese lento! Qui, invece, ti tocca correre più forte che puoi per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche altra parte, devi correre almeno due volte più forte».

Ecco, di fronte al dilagare a ondate dei contagi, questo è proprio ciò che abbiamo fatto noi. Abbiamo dovuto correre due volte più veloci per restare sempre nello stesso posto. E ora, dopo avere corso a perdifiato, forse la nostra corsa possiamo un po’ allentarla.  

Il Covid-19 e tutto quello che ne è seguito non è stato una fiaba, ma una cruda realtà. A tutti voi che lo avete affrontato, sprezzanti dei rischi e incuranti dei giudizi di chi prima vi considerava eroi e poi tutto il contrario, vanno i miei ringraziamenti più sinceri e profondi.

In questi mesi sono state spese tante parole, a volte piene di significato, altre volte vuote e inutilmente ridondanti. Le mie, quelle di oggi, sono parole vere, come veri sono stati i vostri sacrifici.

Questo ultimo anno coincide anche col mio primo anno di dirigenza all’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena. Non è trascorso giorno in cui non abbia riconosciuto il valore e l’orgoglio di lavorare qui, in un’azienda che ha dato così tanto alla propria città e che nutre dentro di sé un potenziale ancora da esprimere. E questa, per fortuna, non è una fiaba, è il mondo reale.

Buona estate a tutte/i voi.

 
 
 
 
 
Torna a inizio pagina