Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena
 
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Oltre un anno di PDTA del tumore della cervice dell’utero

109 visite collegiali e 211 visite di controllo nonostante la Pandemia

Oltre un anno di PDTA del tumore della cervice dell’utero

Nel luglio del 2019 nasceva in Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena il Percorso Diagnostico Assistenziale (PDTA) per le donne affette da neoplasia dell’endometrio e della cervice uterina. Nonostante la pandemia, alla fine del 2020, dopo i primi diciassette mesi dalla nascita formale, il PDTA ha lavorato a pieno regime. La nascita del PDTA ha coronato un’esperienza di oltre 15 anni di presa in carico delle donne affette da patologia onco-ginecologica, gestite in ambito multidisciplinare integrato da un gruppo di professionisti coinvolti nella gestione diagnostica e terapeutica di tali patologie.Il team multi disciplinare, di cui è responsabile il prof. Fabio Facchinetti, Direttore della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia, è guidato dai responsabili operativi dott. Roberto Sabbatini (DH Oncologia), dott.ssa Ilaria Di Monte (UOC Ginecologia) e dott.ssa Giuseppina De Marco (UOC Radioterapia). Il gruppo è costituito da anatomo-patologi, radiologi, medici nucleari, ginecologi, oncologi, radioterapisti e anestesisti. “Nonostante la pandemia – ha spiegato il prof. Fabio Facchinetti - il gruppo ha lavorato a pieno regime ed in sicurezza, ottenendo ottimi risultati sia dal punto di vista del tempo diagnostico e terapeutico, sia nella presa in carico delle pazienti durante il percorso”. Dal luglio 2019 al dicembre 2020 sono state eseguite 320 visite collegiali (di cui 109 prime viste del PDTA e 211 visite di controllo del PDTA), 70 incontri di discussione interdisciplinare e più di 200 casi discussi.
“Dal punto di vista chirurgico ginecologico – continua Facchinetti - è risultato fondamentale l’utilizzo del linfonodo sentinella, una tecnica sviluppata e implementata dalla Dott.ssa Di Monte in collaborazione con gli anatomo patologi e la chirurgia senologica del prof. Giovanni Tazzioli. Tale procedura permette di ridurre il numero delle linfoadenectomie, rendere gli interventi meno invasivi e ridurre le complicanze con degenze più brevi”.“In ambito oncologico – aggiunge il dottor Sabbattini - grazie alla collaborazione con la dott.ssa Stefania Bettelli, responsabile di Struttura Semplice Dipartimentale di Patologia Molecolare e Medicina Predittiva, sono in fase di implementazione le indagini molecolari finalizzate ad una miglior caratterizzazione prognostica delle neoplasie ginecologiche con un’individualizzazione della terapia al livello dello stato d’arte”.
“Nel trattamento radioterapico della patologia – spiegano la dott.ssa De Marco e il dott Scicolone, – è fondamentale la nostra capacità di utilizzare terapie sempre più mirate. Oltre la radioterapia esterna avanzata (IGRT, IMRT) è imperativa l’uso della radioterapia interna, la cosidetta “Brachiterapia” cervico-vaginale,potenziata grazie anche alla proficua collaborazione con il Dr. Alberto Andreotti della Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione 1, dal prof. Massimo Girardis e con i colleghi della ginecologia, dott. Giovanni Grandi. La brachiterapia cervico vaginale interstiziale è la radioterapia interna cui una sorgente di radiazioni è collocata all'interno o vicino alla zona da trattare. Essa ci consente di ottimizzare i trattamenti sulle neoplasie cervicali più complessi che richiedono una grande expertise da parte del personale coinvolto e una grande collaborazione interdivisionale”. Il PDTA si avvale di un protocollo con i colleghi del Servizio di Struttura Semplice Dipartimentale Malattie del Metabolismo e Nutrizione clinica per ottimizzare la gestione del counselling nutrizionale nelle pazienti affette da neoplasie ginecologica che eseguono tali trattamenti. Nel trattamento delle neoplasie cervicali in stadio avanzato è stata potenziata l’attività di brachiterapia cervico-vaginale. 
Le patologie trattate
La neoplasia dell’endometrio, tessuto interno dell’utero, è il più frequente tumore ginecologico nei paesi industrializzati, occupando il terzo posto tra le cause di cancro nella donna, dopo il tumore della mammella, del colon e del polmone. È tipico della post menopausa e il picco di incidenza si ha tra i 50-70 anni (Dati AIRTUM 2020). I fattori di rischio sono i regimi alimentari scorretti e stili di vita sedentari, causa di obesità e sovrappeso. La prevenzione primaria del carcinoma dell’endometrio quindi si attua prevalentemente nella correzione di stili di vita con riduzione di cibi ad alto contenuto di grassi saturi e zuccheri, dieta povera di fibre e ad alto apporto calorico e stimolo dell’attività fisica.Il tumore della cervice uterina (o del collo dell’utero) è la quinta neoplasia più frequente tra le donne sotto i 50 anni, dopo quelle al seno, tiroide, melanoma e colon-retto, attestandosi al 4%; complessivamente rappresenta l’1.3% di tutti i tumori femminili diagnosticati (Dati AIRTUM 2020) con una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi stimata intorno al 68%. La malattia colpisce il segmento che pone in collegamento il corpo dell’utero con la vagina; la prevenzione passa attraverso la vaccinazione contro il papillomavirus umano (Hpv), oggi offerta gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale. ll Pap-test, l’Hpv-test e la colposcopia sono gli esami in grado di riconoscere le lesioni pre-cancerose in modo tale da poterle trattare precocemente. Sono considerati fattori di rischio per la malattia anche il fumo di sigaretta e la familiarità. Secondo alcuni studi, inoltre anche l’obesità aumenta la probabilità di ammalarsi, mentre l’allattamento al seno sembrerebbe giocare un ruolo protettivo.

 
 
 
 
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