Sono stati 23 i pazienti con ictus ischemico sottoposti a trattamenti di rivascolarizzazione presso la Stroke Unit dell’Ospedale Civile di Baggiovara nel mese di marzo , dato sovrapponibile a quello del marzo 2019 (26 pazienti) e 2018 (16). Il trend, confermato anche dalle prime proiezioni di aprile, dimostra che anche in piena emergenza COVID19, l’attività di urgenza sugli ictus è proseguita senza interruzioni né rallentamenti. Anche le tempistiche di intervento sono sostanzialmente le stesse degli anni passati, fatto decisivo in una patologia tempo-dipendente. I dati a nostra disposizione ci confermano infatti che non vi sono stati ritardi né nel trasporto verso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Baggiovara, né nella durata della gestione del paziente ai codici rossi o nei tempi di trattamento.
“Il cosiddetto tempo ‘stroke to door’ – spiega il prof. Stefano Meletti di UNIMORE, Direttore della Neurologia dell’Ospedale Civile –cioè il periodo medio che passa dal momento dell’esordio dei sintomi all’arrivo presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Baggiovara è stato di 76 minuti nel marzo 2020, addirittura meglio rispetto ai 108 e ai 127 minuti rispettivamente dello stesso mese degli anni 2018 e 2019. Questo significa che la rete extra-ospedaliera, il 118, e il pronto soccorso OCB hanno dato una grande risposta, insieme a noi neurologi e neuroradiologi, nella gestione di questa grave emergenza tempo-dipendente”.
È importante non ritardare la chiamata al 118 – ha commentato il dottor Stefano Toscani , Direttore del Dipartimento Interaziendale di Emergenza e Urgenza - in caso di comparsa di sintomi compatibili con evento cerebrovascolare acuto, neppure in un periodo così difficile come questo. Il sistema di emergenza-urgenza sia extra-ospedaliero che intraospedaliero ha dimostrato di rispondere in maniera adeguata anche in una situazione critica come quella che ci vede coinvolti in questi mesi e questa è una garanzia di sicurezza per i nostri pazienti.”.
La Stroke Unit dell’Ospedale Civile serve tutta la Provincia di Modena e vede coinvolti, la Neurologia, il Pronto Soccorso (diretto dal dottor Geminiano Bandiera), la Neuroradiologia(diretta dal dottor Stefano Vallone), la Neurochirurgia (diretta dal dottor Giacomo Pavesi), l’Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (diretta dalla dottoressa Elisabetta Bertellini).
“Dall’inizio della crisi – ha aggiunto il dottor Guido Bigliardi, neurologo referente della Stroke Unit – abbiamo realizzato un percorso che ci consente di gestire in tutta sicurezza i pazienti a rischio COVID19 che vengono già individuati da Modena Soccorso e dal Pronto Soccorso. Questo ci ha consentito di operare in tutta sicurezza. Come per altre urgenze neurologiche e non, nel periodo di massima emergenza COVID abbiamo registrato un calo degli ictus considerati “lievi” (i minor stroke) o con sintomi transitori, i cosiddetti TIA. Da una prima analisi sembrerebbe infatti che i pazienti con sintomi considerati non gravi preferiscano non attivare il percorso e il 118, e questo è un rischio. Non dobbiamo dimenticarci che una fetta non trascurabile di questi pazienti sviluppa poi un ictus ben più grave, e questo avviene solitamente nei primi giorni dopo l’evento indice. Per questo motivo è importante intercettarli, e soprattutto sollecitare i cittadini a continuare a chiamare il 118 in caso di comparsa di sintomi neurologici compatibili con un evento cerebrovascolare acuto”.