Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena
 
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I chirurghi modenesi al confine tra Turchia e Siria

Un progetto di formazione in tecniche mini-invasive pro chirurghi siriani, profughi dalle zone di guerra

Giancarlo Abati, Francesca Pecchini
Giancarlo Abati, Francesca Pecchini

Due chirurghi della Chirurgia Generale d’Urgenza e nuove Tecnologie dell’OspedaleCivile di Baggiovara , diretta dalla dottoressa Micaela Piccoli , hanno tenuto un corso di laparoscopia per i medici locali a Reyhanli, piccola cittadina nella regione di Hatay situataal confine tra Turchia e Siria . Si tratta del terzo corso base di Chirurgia Laparoscopica organizzato dall’ associazione SEMA (Syrian Expatriates Medical Association) in collaborazione con la Scuola Nazionale di Chirurgia Laparoscopica e Mini-invasiva ACOI (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani) diretta dalla dott.ssa Micaela Piccoli, con Sede direzionale nell’Ospedale Civile di Baggiovara.
Il corso , sotto la guida della dott.ssa Micaela Piccoli, direttrice dell’U.O. di Chirurgia Generale d’Urgenza e Nuove Tecnologie dell’Ospedale di Baggiovara, e tenuto dal dott. Giancarlo Abati e dalla dott.ssa Francesca Pecchini inviati in delegazione, ha previsto tre giorni intensivi di formazione suddivisi tra lezioni teoriche e attività pratiche svolte su manichini ed endotrainer .Sette sono stati i giovani chirurghi siriani, di diverse specialità, uomini e donne, che hanno partecipato in qualità di discenti al progetto e che hanno potuto mettere in pratica i concetti appresi esercitandosi con tecniche di sutura e procedure chirurgiche laparoscopiche di base, adeguatamente tutorati e guidati.

SEMA è nata nel 2011 dalla necessità di pianificazione e garanzia di assistenza sanitaria per le centinaia di migliaia di Siriani vittime del conflitto interno e degli innumerevoli rifugiati di guerra che trovano in particolare sul suolo turco la possibilità di provare a ricostruire una nuova vita. L’Associazione vede oggi all’attivo più di 50 strutture distribuite sul territorio siriano e nelle quali medici, infermieri, fisioterapisti, ostetriche e personale sanitario, svolgono il loro lavoro a disposizione della popolazione locale. La collaborazione con la Scuola ACOI deriva da un’amicizia di lunga durata tra la dott.ssa Piccoli, il compianto dott. Mario Meinero (con cui sono state eseguite molte missioni umanitarie in Palestina) e il dottor Nabil Al-Mureden, chirurgo di origini siriane che ha svolto per anni la propria professione nel bolognese. Il Dr. Al Mureden non hai mai perso il legame con la propria terra di origine e da alcuni anni, con l’incarico di Presidente di SEMA Italia, direttamente dal quartiere generale di Reyhanli, contribuisce in modo attivo alla formazione di professionisti siriani in ambito medico. In particolare, il corso base di chirurgia laparoscopica che si è da poco concluso rappresenta un’iniziativa che sposa perfettamente l’importanza che da sempre la Scuola ACOI dedica al concetto di formazione e training in ambito chirurgico.

"Durissimo e al tempo stesso meravigliosamente istruttivo è stato l'impatto con la realtà di un popolo esule, in fuga da una guerra civile lunga e sanguinosa - commenta il dott. GiancarloAbati , chirurgo generale, caposquadra del team italo-siriano - Ho provato un grande orgoglio nell'avere la possibilità di fornire una competenza in più a colleghi molto preparati che continuano a prestare con coraggio la loro opera presso gli ospedali all'interno del confine siriano".

“Un’esperienza intensa che mi ha permesso di conoscere una realtà profondamente diversa dalla nostra ed entrare a stretto contatto con giovani colleghi con cui condividere idee, passione e lavoro - raccontaFrancesca Pecchini , medico specializzando in chirurgia generale coinvolta nel progetto, la quale aggiunge - non dimentichiamo l’importanza di assicurare la continuità della formazione, giorno dopo giorno”.

Un percorso di training laparoscopico offre ai giovani chirurghi siriani la possibilità di apprendere e applicare tecniche mini-invasive in grado di garantire migliori risultati per il paziente e minori complicanze post-operatorie; in questo senso si conferma ancora una volta l’impegno di mettere a disposizione l’esperienza della nostra scuola chirurgica anche in campo umanitario e internazionale, augurandoci che il progetto possa proseguire a lungo in futuro, che il nostro contributo sia sempre più forte, in questi luoghi dove collaborazione e integrazione rendono indiscutibilmente il nostro lavoro più prezioso che mai”. Conclude la dott.ssa MicaelaPiccoli .

 
 
 
 
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