La Sala Ibrida della Provincia di Modena è una realtà ed ora è possibile vedere e toccare con mano il frutto della generosità di tanti. Nell’ottobre 2017 l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena lanciò la Campagna di Raccolta Fondi “Tutti insieme per la Sala Ibrida” insieme a ROCK NO WAR ONLUS. I lavori, cominciati a luglio, sono terminati e la nuova sala operatoria, dopo i collaudi, sarà attiva i primi mesi del 2019.
“Oggi possiamo vedere concretizzati i frutti di questo bellissimo percorso – ha commentato il Direttore Generale dottor Ivan Trenti – Questa campagna di raccolta fondi è stata una meravigliosa esperienza collettiva che ha unito la generosità dei cittadini a quella di alcune importanti realtà industriali della nostra Provincia e ci ha consentito di raccogliere oltre un milione di euro per l’acquisto dell’angiografo digitale, e di altre attrezzature che costituiscono il cuore della nuova Sala operatoria. L’Azienda, dal canto suo, ha investito per i lavori edilizi e impiantistici. Sono stati mesi di grande attività che hanno mostrato il volto migliore della nostra società, grazie alla verve dei professionisti del comitato promotore che hanno partecipato a decine di eventi in tutta la Provincia. Importante è stato il ruolo della ONLUS Rock No War, conosciuta a livello nazionale per la serietà e l’autorevolezza. Da sottolineare, infine, la credibilità e affidabilità che gode il servizio Sanitario Regionale: ancora una volta i cittadini hanno confermato con i fatti la loro fiducia nei nostri confronti. La Sala Ibrida ora è una realtà. La nostra Azienda ha i professionisti adeguati e preparati per trasformare una grande conquista tecnologica in una eccezionale possibilità di cura per i nostri cittadini”.
“Ogni volta che si arriva al completamento di un progetto, c'è grande emozione, c'è grandissima soddisfazione, e c'è infinita gratitudine – ha commentato il Presidente di Rock No War Giorgio Amadessi- Gratitudine per la fiducia ricevuta, per la confermata stima dei tantissimi modenesi e non solo, ma soprattutto per aver riscontrato anche stavolta l’importanza del grande lavoro svolto dal vasto mondo del volontariato, che oggi vorrei ringraziare di tutto cuore. Vorrei sottolineare inoltre che in questo progetto, quel titolo "TUTTI INSIEME" non è uno slogan ma una bellissima realtà. Grazie davvero a tutti”.
“Siamo più forti quando la comunità è unita – commenta il Sindaco e Co-Presidente della CTSS Gian Carlo Muzzarelli– e i mesi della campagna per la Sala Ibrida sono stati davvero un momento di grande unità per tutte le componenti migliori della nostra Provincia. Desidero ringraziare l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena e Rock No War per l’impegno profuso in questi mesi per la riuscita dell’iniziativa. Desidero, ancora, ringraziare tutti coloro che hanno partecipato con una donazione, piccola o grande, a questo viaggio. È stato un percorso eccezionale di cui tutti noi dobbiamo essere fieri. Per questo motivo abbiamo deciso di consegnare la Bonissima a uno dei donatori sorteggiato in rappresentanza di tutti i donatori”. Questa onorificenza – ispirata alla statua che da più di cinque secoli è situata nell’angolo tra Piazza Grande e via Castellaro – viene conferita dal Comune di Modena ai cittadini, alle Aziende e agli Enti che si sono distinti per iniziative o risultati di particolare rilevo nella ricerca, nello sport, nell’arte o nella beneficienza. La Bonissima, infatti, molto amata dai modenesi, secondo la tradizione raffigura una generosa nobildonna modenese, che si distinse nella generosità nei confronti dei poveri. La vincitrice è stata Gabriella Vaccari, pensionata.
La sala ibrida è una particolare sala operatoria ad altissima tecnologia che include tecnologie diagnostiche dedicate . Nella sala così allestita si possono eseguire procedure chirurgiche e contestualmente effettuare una diagnosi immediata con possibilità di controlli e verifiche dell’andamento dell’intervento, senza spostare il paziente. Questo consente di agire con più precisione, tempestività e sicurezza sul paziente, in quanto l’intervento chirurgico può essere adattato all’evolversi del quadro clinico, controllando il risultato in tempo reale. La sala è pensata per essere compatibile con tecniche chirurgiche multidisciplinari e sempre meno invasive, cioè basate su piccole incisioni chirurgiche con conseguente riduzione delle complicanze e un netto miglioramento dei tempi di recupero del paziente. “Una Sala ibrida – precisa l’Ing. Massimo Garagnani, Direttore dell’Ingegneria Clinica dell’AOU di Modena - consente quindi di ottimizzare e ridurre i tempi di intervento chirurgico con particolare vantaggio sia nelle procedure in emergenza-urgenza, che nei interventi chirurgici per patologie complesse in ambito vascolare, cardiologico, neurochirurgico, urologico e gastroenterologico”. La Sala Ibrida di Baggiovara è dotata di un sistema diagnostico radiologico digitale di grande potenza (angiografo), l’Artis Pheno di Siemens. Tale apparecchiatura è unica nel suo genere in quanto dotata di tecnologia radiologica combinata con un sistema robotico che lo posiziona sul campo operatorio inmaniera sempre ottimale in relazione alla posizione del paziente e dei chirurghi. Le indagini diagnostiche dei vasi sanguigni e tutte le procedure terapeutiche per via endovascolare in tutti i distretti corporei risultano più rapide e precise. È possibile inoltre eseguire esami TAC con ricostruzione tridimensionale dei settori anatomici interessati dall’intervento chirurgico. “Oltre all’angiografo – conclude l’Ing. Garagnani - la Sala Ibrida è attrezzata con le più avanzate tecnologie sul mercato tra cui un tavolo operatorio in grado di dialogare con il sistema radiologico e display di grandi dimensioni sui quali è possibile visualizzare immagini 4K/3D provenienti da qualsiasi fonte interna alla sala e dall’archivio radiologicoaziendale grazie ad un sistema di gestione dati e segnali dedicato alla sala”.
Per realizzare la Sala Ibrida è stato ristrutturato e ampliato il Comparto Operatorio esistente, collocato al Piano Terzo del Corpo 09 dell’edificio ospedaliero, in un’area attigua alla Terapia Intensiva. La localizzazione della Sala all’interno del blocco operatorio esistente consente di ottimizzare le funzioni di supporto già presenti a servizio del comparto. L’area di intervento complessivamente è di 342,30 mq. di cui 85,15 mq per la sala operatoria, e i rimanenti per i locali di supporto e servizio.
Le tecnologie presenti nella sala sono:
Costi |
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Tecnologie |
1.388.657 € |
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Rock No War |
1.307.322 € |
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Finanziamenti Aziendali |
81.355 € |
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Lavori Edili |
952.402 |
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Finanziamenti Aziendali |
952.402 |
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Totale Complessivo |
2.341.059 |
Finanziamenti |
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Rock No War |
1.307.322 |
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Finanziamenti Aziendali |
1.033.737 |
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Totale Complessivo |
2.341.059 |
Il Comitato promotore è composto da: Marco Barozzi, già Direttore Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso, Elisabetta Bertellini, Direttore Anestesia e Rianimazione, Giampaolo Bianchi, già Direttore Urologia, Rita Luisa Conigliaro, Direttore Endoscopia Digestiva, Giacomo Pavesi, Direttore Neurochirurgia, Micaela Piccoli, Direttore Chirurgia Generale, d'Urgenza e Nuove Tecnologie, Roberto Silingardi, Direttore Chirurgia Vascolare, Stefano Tondi, Direttore Cardiologia, Pietro Torricelli, Direttore Dipartimento Diagnostica per Immagini.
“Abbiamo voluto raccontare la Sala Ibrida in modo leggero e originale – ha spiegato la dottoressa Maurizia Gherardi, Direttore della Comunicazione e referente della campagna - per destare attenzione, curiosità e invogliare a saperne di più. È stata una scommessa, perché il tema era complesso e difficile da diffondere. L’immaginedella campagna, una bizzarra e divertente orchestra, è stata realizzata all’interno del Teatro Comunale Pavarotti. L’orchestra rappresenta metaforicamente il modo di operare dei clinici nella sala operatoria, che sarà prevalentemente corale come per l’appunto in un’orchestra. I professionisti, però, non sono soli, e gli altri orchestrali rappresentano le altre anime della città: la gente comune, le istituzioni, la scuola, il volontariato che insieme eseguono lo stesso spartito. Questa immagine racchiude lo straordinario sforzo dell’intera comunità che si è riunita intorno a questa idea in modo vivace e generoso”.Fin dall’inizio della campagna gli effetti benefici non sono mancati: cittadini, soggetti economici associazioni, circoli, club hanno promosso iniziative, donato, acquistato calamite, partecipato a eventi accumunati tutti dallo stesso obiettivo: realizzare la Sala Ibrida della Provincia di Modena.
Alcuni numeri della campagna : 40 iniziative realizzate, 16.000 calamite vendute, 150 gruppi, associazioni, istituzioni, coinvolte, 85 quintali di arance offerte, 70 chilogrammi di tortellini consumati in un’unica serata, con la sfoglia tirata a mano e cotti in brodo di cappone centinaia di chilometri.
La campagna ha potuto contare anche su testimonial di eccezione, tre volti noti, storie diverse, accomunate dal desiderio sostenere la campagna. Orietta Berti ha avuto un parente seguito all’Ospedale Civile di Baggiovara ed è stata questa sua esperienza personale a coinvolgere la cantante di Cavriago nel progetto. Maurizio Cheli, nato a Zocca, ha sentito parlare della campagna da un amico, paziente dell’Ospedale Civile. Cheli, ingegnere aereospaziale e astronauta, ha visto nella tecnologia e nel lavoro di equipe della Sala Ibrida molte similitudini con una missione spaziale. Luca Toni, nato a Stella di Pavullo, campione del mondo con la nazionale di calcio nel 2006, da tempo sostiene la Pediatria del Policlinico e ha accettato di sostenere con la sua immagine la campagna per la Sala Ibrida.