L’Agenzia sanitaria e sociale pubblica il rapporto "Epidemiologia ed impatto della multimorbidità in Emilia-Romagna. Anno 2016", a tre mesi dalla pubblicazione di "Multimorbidity: a priority for global health research", il documento dell’Academy of Medical Science (AMC) britannica che ha evidenziato la necessità di indirizzare la ricerca sulla multimorbidità e in particolare su alcuni aspetti ancora poco indagati per una mancanza di consenso sulla definizione stessa di multimorbidità.
L’urgenza e l’importanza della tematica è dimostrata dall’annuncio della pubblicazione del report dell’AMC in un editoriale su Lancet il 28 aprile u.s. e in una notizia sul BMJ del 19 aprile. D'altronde già nel 2011, riconoscendo la necessità di riformare i sistemi sanitari per sostenere la cronicità, l’Organisation for Economic Cooperation and Development (OECD) aveva pubblicato un documento che evidenziava le aree meritevoli di investimento per la multimorbidità: ricerca biomedica, formazione dei professionisti sanitari e sociali, politiche sanitarie, sistemi di remunerazione, organizzazione delle cure e dell’assistenza e misurazione della qualità delle cure.
Lo studio pubblicato dall'Agenzia sanitaria e sociale regionale è finalizzato a stimare prevalenza e incidenza della multimorbidità – definita dall’Organizzazione mondiale della sanità come co-presenza di 2 o più patologie croniche; a individuare gruppi di patologie croniche frequentemente e significativamente associate tra loro; a valutare l’impatto in termini di utilizzo dell’assistenza sanitaria erogata dal Servizio sanitario regionale.
Dallo studio emerge che in Emilia-Romagna il 25,2% della popolazione adulta (979.693 persone) - e in particolare il 61% degli ultra 65enni (679.825 persone) - è affetto da due o più patologie croniche. In termini di utilizzo di prestazioni ospedaliere e territoriali l’impatto della multimorbidità è considerevole: a questi pazienti sono destinati il 63% dei ricoveri ospedalieri, il 71% delle prescrizioni farmaceutiche, l’89% dell’assistenza domiciliare, l’80% dell’assistenza residenziale e semi-residenziale, l’88% delle cure palliative in hospice, l’89% dell’assistenza negli ospedali di comunità, il 51% dell’assistenza specialistica ambulatoriale, il 43% degli accessi in Pronto soccorso.
Il principale punto di forza di questo lavoro è rappresentato dall’avere creato uno strumento che consente di descrivere il fenomeno della multimorbidità in Emilia-Romagna; questo strumento è utile per la programmazione sanitaria in quanto facilita l’identificazione e l’anticipazione dei bisogni della popolazione con multimorbidità e permette così di indirizzare strategie preventive e percorsi di cura, come indicato dal Piano nazionale della cronicità 2016 e dal nuovo Piano sociale e sanitario dell’Emilia-Romagna per il triennio 2017-2019.