Da qualche giorno un’arzilla modenese di 103 anni potrà vedere di nuovo in maniera soddisfacente e questo gli consentirà di una migliore qualità di vita. Il risultato è stato ottenuto grazie all’equipe di Oculistica del Policlinico di Modena, diretta dal prof. Gian Maria Cavallini che ha eseguito in anestesia un intervento di cataratta in un paziente. Non vi sono state complicanze e la paziente è rientrata a casa propria subito dopo l’intervento chirurgico con miglioramento immediato della capacità visiva.
“A Modena – spiega il prof. Gian Maria Cavallini - sono oltre 14.000 gli over 80, 2900 hanno più di 90 anni, 77 sono gli ultracentenari. Nella popolazione con più di 80 anni la prevalenza di cataratta è del 68%, questo significa che oltre due terzi delle persone con oltre 80 anni presentano cataratta. Un tempo pazienti di questa età venivano operati più raramente in quanto erano meno numerosi e arrivavano a queste età avanzate in condizioni generali più critiche ed era meno sentita la necessità dell’autosufficienza. Oggigiorno la maggior parte di questi pazienti ricerca l’autonomia anche nella possibilità di poter ancora guidare e per questo viene richiesta una buona capacità visiva. Oggi, grazie all’innovazione tecnologica, all’utilizzo di ultrasuoni e di incisioni chirurgiche estremamente ridotte riusciamo a operare pazienti molto anziani, a patto che le condizioni cliniche siano stabili, come è il caso della signora di 103 anni che abbiamo operato nei giorni scorsi.” Al Policlinico di Modena l’intervento di cataratta viene eseguito con tecnica di microfacoemulsificazione bimanuale: questo consente di eseguire due incisioni di soli 1.4 mm. L’intervento viene eseguito in regime ambulatoriale e il paziente rientra a casa propria subito dopo l’intervento. Il decorso post-operatorio è estremamente rapido così come il recupero visivo.
“Per cataratta – aggiunge il prof. Gian Maria Cavallini - si intende qualsiasi perdita di trasparenza del cristallino e ciò può causare una diminuzione dell’acuità visiva. L’incidenza di cataratta aumenta all’aumentare dell’età. L’unico trattamento efficace della cataratta consiste nell’estrazione chirurgica del cristallino opacizzato e la sua sostituzione con una lente artificiale. L’intervento di cataratta nel “grande anziano”, con il conseguente miglioramento della capacità visiva, si associa a una diminuzione del rischio di cadute e ad un miglioramento del grado di autonomia nelle attività quotidiane, come leggere il giornale, prendere un taxi, riconoscere le persone, vedere i prezzi al supermercato siano attività più agevoli dopo l’intervento di cataratta”. Il miglioramento del grado di autonomia e della capacità visiva del paziente ha ricadute anche dal punto di vista neurocognitivo rallentando il fisiologico decadimento psichico proprio delle età più avanzate, come dimostrato da studi inglesi e giapponesi che hanno somministrato scale di valutazione cognitiva pre e post-intervento a distanza di 6 mesi ottenendo un netto miglioramento dei risultati.
In Italia sono circa 750.000 i pazienti che annualmente ricorrono all’intervento di cataratta. A Modena, il Policlinico esegue circa 2200 interventi di cataratta all’anno, considerando ogni fascia di età, dai neonati agli ultracentenari.
"La frequente presenza di concomitanti patologie sistemiche - conclude Cavallini - come ad es. patologie cardiovascolari, dismetaboliche e respiratorie, nei pazienti molto anziani vanno attentamente considerate e analizzate in quanto possono aumentare i rischi durante l'intervento chirurgico. Per questo motivo sono fondamentali la valutazione preoperatoria e una valutazione anestesiologica. I pazienti operati presso il Policlinico di Modena eseguono esami preoperatori, ECG ed è sempre presente un anestesista durante l'intervento chirurgico".