Uno studio ideato e coordinato dalla Gastroenterologia del Policlinico di Modena, diretta dalla prof.ssa Erica Villa, ha dimostrato come riconoscere precocemente i tumori del fegato a crescita rapida. Lo Studio, che si intitola I geni correlati alla neoangiogenesi identificano i carcinomi epatocellulari a crescita rapida e a peggiore sopravvivenza. Risultati da uno studio prospettico è stato premiato nei giorni scorsi a Roma dall’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF) come miglior studio Italiano di base pubblicato nel 2016 su riviste internazionali. Lo Studio è stato pubblicato sulla rivista Gut.
“Questo studio – ha spiegato la prof.ssa Erica Villa, Direttore della Gastroenterologia del Policlinico – è stato finanziato interamente dalla Regione Emilia-Romagna nell'ambito dei programmi di ricerca Regione-Università. Costituisce uno studio unico nel suo genere, in quanto ha arruolato in modo prospettico una coorte di Pazienti alla prima manifestazione di malattia tumorale. Questo ci ha permesso di avere informazioni molto accurate sia sull'andamento clinico che sulle caratteristiche della malattia alla sua presentazione e durante tutta la sua evoluzione, informazioni che sono state poi collegate allo studio molecolare. L’esecuzione di una semplice biopsia della lesione tumorale associata all’analisi molecolare (che nella nostra Unità Operativa viene già fatta di routine) permette di individuare la strategia terapeutica migliore nel singolo Paziente”.
Lo studio ha dimostrato che i tumori del fegato hanno un'estrema eterogeneità nella velocità di crescita, che oscilla da 30 a 600 giorni nel tempo di raddoppiamento del volume della lesione tumorale. “Questa eterogeneità – conclude la prof. Villa - è strettamente correlata al successivo andamento clinico, con i tumori a più rapida crescita che sono caratterizzati da decorsi velocissimi. Per questo è importante capire quali sono questi tumori. Il nostro studio ha dimostrato che questi tumori possono essere identificati già alla prima diagnosi da una combinazione di 5 geni, studiati sulla biopsia del fegato”.
Lo studio è stato ideato e sviluppato dalla Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena che ha coordinato diversi centri in Italia (Università di Padova, Bari, Palermo, e Messina), e all'estero (Cicbiogune, Bilbao, Spagna), coordinati dall’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena. Il risultato, quindi, è frutto della collaborazione di alcuni dei più importanti esperti di varie specialità che hanno dato alla ricerca la loro esperienza specifica nell'ambito delle malattie del fegato e della carcinogenesi. Importantissimo, a Modena, è stato il grande livello di collaborazione con altre strutture aziendali dell’AOU, fra cui la Radiologia, la Chirurgia dei Trapianti e l'Anatomia Patologica.