5 mesi di integrazione degli ospedali modenesi

Ne parliamo con Annarita Garzia, Direttore delle Professioni sanitarie
 
Annarita Garzia
Annarita Garzia

Dottoressa Garzia, il 1 gennaio di quest’anno è cominciata ufficialmente la gestione unica tra il i Policlinico di Modena e Ospedale Civile di Baggiovara. Può indicarci quante persone fanno parte della Direzione Professioni sanitarie?
Parliamo di circa 2500 operatori con diverse professionalità: infermieri, ostetriche, tecnici sanitari di radiologia, dietiste, fisioterapiste, tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria. Sono inclusi anche gli operatori tecnici e quelli di supporto. Si tratta, quindi, di 960 persone impegnate all’Ospedale Civile di Baggiovara e oltre 1500 al Policlinico.

Si tratta di un numero notevoli di dipendenti, che provengono da due realtà con profonde differenze. Quali sono le principali difficoltà che state affrontando e come pensate di risolverle?
Il cambiamento è insito nelle organizzazioni, così come lo è nella vita di tutti noi, ma il cambiamento è anche evoluzione e crescita professionale; si è vero sono realtà organizzative diverse, ma con punti di congiunzione e un unico comune denominatore: il capitale umano. L’esigenza di avere una metodologia di lavoro comune e di utilizzare lo stesso linguaggio rappresenta un elemento imprescindibile per creare una forte integrazione tra le diverse professionalità, nonostante alcune difficoltà di tipo logistico legate alla distanza tra i due ospedali, che in questa fase vogliamo vedere come punto di forza.

Per il personale infermieristico, che opportunità aprirà, in prospettiva l’integrazione tra il Policlinico e l’Ospedale Civile?
Penso che per le professioni sanitarie questo progetto rappresenti una bella opportunità: quella di ripensare l’intero sistema organizzativo delle professioni sanitarie e diventarne protagonisti rimodellando, insieme, modelli, funzioni e processi in coerenza con i bisogni di salute delle persone.
Non capita tutti i giorni di partecipare ad un progetto così importante per questo credo che non dobbiamo aver paura di percorrere nuove strade, che a prima vista possono anche sembrare difficili, ma dobbiamo andare avanti dritti verso un rinnovamento della cultura professionale. In un momento di forti cambiamenti come quelli che stiamo vivendo all’interno delle organizzazioni sanitarie, per garantire l’appropriatezza dell’assistenza alla persona occorre ricercare modelli organizzativo assistenziali innovativi volti al continuo miglioramento della qualità assistenziale erogata. Vorremmo delineare una modalità assistenziale centrata sui bisogni dei pazienti e della famiglia secondo il principio della presa in carico in un’ottica di integrazione ospedale-territorio che valorizzi, nel contempo, le competenze, le capacità tecnico specialistiche e le capacità relazionali degli operatori.
Abbiamo ritenuto fondamentale porre le basi del processo di integrazione attraverso il coinvolgimento di quelle che riteniamo siano le figure chiave dell’organizzazione assistenziale: i Coordinatori infermieristici, tecnici, ostetrici.
Nell’ambito del progetto formativo “l’integrazione ospedaliera” da dicembre 2016 è stato avviato un ciclo di seminari con l’obiettivo di accompagnare i Coordinatori dei due Ospedali nel processo di integrazione e di presentare soluzioni organizzative, manageriali-gestionali e relazionali per fronteggiare le questioni di governo dell’ospedale moderno. Il 7 giugno si torna in aula per la 3° giornata e si affronterà il tema della motivazione.
I nuovi modelli organizzativi non possono funzionare se non poggiano su una cultura condivisa da tutti gli operatori che sono chiamati ad implementare tali modelli.
A tal fine sono stati avviati progetti formativi trasversali:
- la realizzazione della prima edizione del corso per la formazione di figure di case manager che ha visto la partecipazione di Infermieri di entrambe le strutture; abbiamo ritenuto essenziale svolgere la formazione al fine di acquisire competenze distintive e accompagnare il Paziente in tutto il percorso di malattia, in maniera efficace ed efficiente.
- abbiamo identificato il modello assistenziale ispirato alla filosofia del primary nursing, sistema di erogazione dell’assistenza che si focalizza sulla relazione paziente-infermiera e sugli importanti elementi della comunicazione e della continuità e avviato un confronto con altre realtà che lo stanno sperimentando. A giugno è prevista la formazione per il Personale delle Unità Operative che parteciperà al progetto pilota: Oncologia ed Ematologia al Policlinico, Neurologia e Medicina Riabilitativa all’Ospedale Civile. L’obiettivo è quello di implementare il modello, gradualmente, nel maggior numero delle Unità Operative previste entro il 2018.
L’implementazione di questi modelli assistenziali è fortemente qualificante per la presa in carico del Paziente e rappresenta anche un sistema di valorizzazione del personale coinvolto.

In questa fase iniziale, che raccomandazione si sente di dare al personale infermieristico della nostra Azienda?
In questi primi mesi di gestione ho incontrato operatori che sentono l’esigenza di un cambiamento, hanno voglia di partecipare, di essere parte attiva e responsabile di quello che è un articolato e complesso percorso di salute della persona in un contesto organizzativo in evoluzione.
Sento di poter rassicurare tutti in merito alla partecipazione a questo processo in quanto non mancheranno le informazioni e i momenti di coinvolgimento degli operatori.
La comunicazione fluida è un’esigenza di tutti, l’accesso alle informazioni deve essere fruibile da tutti e lo scambio continuo ci permetterà di rappresentare una presenza concreta per tutti gli operatori.

 
 
 
 
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