E' la capacità dei sistemi informatici di fornire servizi e informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche dalle persone che, a causa di una disabilità (ad esempio persone con problemi visivi o uditivi), hanno bisogno di tecnologie o programmi particolari che consentono loro di accedere ai servizi e alle informazioni. In questo modo si favorisce la riduzione o l'eliminazione del 'divario' tra coloro che possono accedere in modo autonomo al web e coloro che non possono.
Gli accorgimenti per rendere un sito accessibile sono comunque utili a tutti. Questi accorgimenti riguardano soprattutto 2 aspetti:
1 - contenuti comprensibili, cioè testi scorrevoli e semplici da leggere
2 - interfaccia grafica chiara e lineare (l'aspetto con cui testo e immagini sono mostrati all'utente).
Abbreviazione con cui si intende il concetto informatico di applicazione software. Le applicazioni sono dei programmi realizzati per cellulari di nuova generazione (smartphone), ma anche per palmari e tablet. Esistono tantissimi tipi di applicazioni, dalle app di utilità come quelle che informano sugli orari dei mezzi pubblici o sul meteo, a quelle di svago come giochi di ogni tipo, app di cucina che permettono di categorizzare le ricette o le app per fare la lista della spesa organizzata in base agli acquisti ripetuti.
E' possibile scegliere che tipo di app scaricare sul proprio cellulare o tablet. Diverse app sono gratuite, altre a pagamento.
Caratteristica dei testi scorrevoli e semplici da leggere. Si basa sulla brevità delle parole (lessico) e delle frasi (sintassi). Lessico: scegliere parole comuni, del vocabolario di base; preferire parole brevi; limitare sigle, termini tecnico specialistici, parole straniere; rinunciare a parole e frasi non necessarie, parole antiche, derivate da altre lingue, latinismi; ricorrere, quando è necessario, a note esplicative. Sintassi: preferire frasi brevi che non superino le 20-25 parole; usare frasi semplici e lineari; evitare frasi tra virgole e parentesi; usare preferibilmente verbi al modo indicativo e alla forma attiva.
In italiano base di dati o banca dati (a volte abbreviato con la sigla DB) che indica un insieme organizzato di dati.
Le informazioni contenute in un database, o archivio informatico, sono strutturate e collegate tra loro secondo un particolare criterio scelto da chi lo ha progettato.
Archivio informatico costituito presso un'unica struttura sanitaria (ospedale, azienda sanitaria, casa di cura) che raccoglie informazioni sulla salute di un paziente per documentarne la storia clinica presso quella singola struttura. Può essere attivato e consultato, se il paziente ha dato il consenso, dal personale sanitario della struttura direttamente coinvolto nel suo percorso di cura.
Si differenzia dal fascicolo sanitario elettronico in cui confluisce invece l'intera storia clinica di una persona, aggiornata informaticamente da più strutture sanitarie.
Archivio informatico della documentazione sanitaria di una persona (ad esempio prescrizioni e referti di visite ed esami specialistici, lettere di dimissioni, ecc.) rilasciata da medici e pediatri di famiglia e dalle strutture pubbliche della Regione Emilia-Romagna, collegati tra loro informaticamente. È aggiornato in modo automatico e, nel tempo, costituisce la storia clinica di una persona. È disponibile su internet in forma protetta e riservata. È consultabile con credenziali personali e, se l'interessato ha dato il consenso, anche dai professionisti sanitari autorizzati. Dal fascicolo ci si collega, senza ulteriori registrazioni, ad altri servizi online regionali.
Abbreviazione dell'espessione inglese Quick Response Code, che letteralmente significa codice di risposta rapida. E' un codice visivo (una specie di codice a barre) rappresentato da un simbolo quadrato (composto da piccoli moduli bianchi e neri) che si può trovare su giornali, depliant, cataloghi, siti web ecc. Se inquadrato con la fotocamera del cellulare attraverso specifici programmi attiva una funzionalità. Questa funzionalità permette di accedere immediatamente a siti Internet, informazioni, video online, composizione di una mail, ecc.
Sono applicazioni (vedi app) digitali di nuova generazione e nuove funzionalità basate sul web 2.0: ciò significa che consentono di condividere contenuti (testi, immagini, video e audio) in modo interattivo, cioè bidirezionale, con un vasto pubblico. Si differenziano dai mezzi di comunicazione tradizionali (come ad esempio televisione, radio, stampa) con i quali le persone possono solo ricevere messaggi senza intervenire. I social media permettono, infatti, alle persone di ricevere e di inviare contenuti, anche creati da loro stesse e di partecipare a vere e proprie conversazioni online (su internet). Si creano così delle reti sociali (social network) basate proprio sulle relazioni tra individui, gruppi e organizzazioni che usano i social media. Esempi di social media sono i blog e Slideshare; esempi di social network sono Facebook, YouTube, LinkedIn e Twitter.
Termine inglese che letteralmente significa “bersaglio o obiettivo”. Per target si intende l’insieme dei potenziali consumatori di un prodotto, gli utenti di un servizio, i destinatari di un messaggio pubblicitario ecc. Ad esempio, una lettera-invito per lo screening mammografico ha come target le donne in determinate fasce di età; un opuscolo informativo sulle vaccinazioni nell'infanzia ha come target i genitori dei bambini potenzialmente interessati alle vaccinazioni. Quindi, la parola target indica destinatari diversi in base ai contesti in cui viene usato.
E' il grado in cui gli utenti comprendono e usano con soddisfazione una varietà di prodotti e servizi a loro destinati, indipendentemente dai canali e dalle tecnologie usate: siti web informativi, servizi online, documenti cartacei e modulistica. Per verificare l’usabilità di un prodotto vengono effettuati test con il coinvolgimento diretto di un campione rappresentativo di persone esterne, a cui il prodotto è rivolto.