Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena
 
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Paziente oncologico pediatrico: un incontro sabato 21 gennaio si occuperà delle complicanze a lungo termine delle terapie

Un individuo adulto ogni 600 è un soggetto guarito da un tumore in età pediatrica

Lorenzo Iughetti
Lorenzo Iughetti

Il 21 gennaio dalle 9 alle 12 presso l’aula la CS1.1 al primo piano del Centro Servizi del Policlinico di Modena (via del Pozzo 71) si terrà un incontro incentrato sul follow up del paziente oncologico off therapy. L’incontro esplorerà nel dettaglio quali sono le necessarie attenzioni cliniche che devono essere riservate al paziente guarito da malattia oncologica sofferta da bambino e vedrà la presenza degli operatori sanitari, medici e psicologi dell’UO di Pediatra ad indirizzo Oncoematologica che daranno vita a un proficuo confronto con i pazienti e i loro famigliari. Il concetto di "guarigione" fa riferimento alla scomparsa totale del tumore primitivo, indipendentemente da ogni eventuale rischio o presenza di patologie riferibili a tossicità dovuta alle cure effettuate. Infatti i soggetti guariti da una neoplasia dell'età evolutiva possono essere affetti da malattie inquadrabili come complicanza cronica dei pregressi trattamenti antitumorali.
Negli ultimi trent'anni – spiega il prof. Lorenzo Iughetti , Direttore dell’Oncoematologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena - l'oncologia pediatrica ha compiuto notevoli progressi, oggi circa l'80% dei bambini e degli adolescenti a cui viene diagnosticato un tumore guarisce.  Un individuo adulto ogni 600 è un soggetto guarito da un tumore di cui ha sofferto in età pediatrica: questo dato con il progressivo miglioramento della mortalità è in continuo aumento e stima per l'anno 2020 che il rapporto possa a arrivare a circa 1/350. Questo dato, di grande importanza, pone i medici di fronte a un problema nuovo, quello delle complicanze a lungo termine delle terapie oncologiche. È un problema, possiamo dire, che ci rende felici perché dimostra i progressi della medicina, ma che ovviamente va affrontato per permettere ai pazienti una vita migliore”. Tali complicanze , le cui caratteristiche dipendono fondamentalmente dal tipo di trattamento effettuato, possono insorgere anche a distanza di mesi o anni dalla fine della terapia . Il centro oncologico pediatrico deve essere il primo referente temporale per questi soggetti ma è necessario che i medici curanti, dapprima il pediatra e poi il medico dell’adulto, collaborino nel follow-up a lungo termine di questi soggetti. Gli effetti tardivi possono interessare vari organi ed apparati (cardio-circolatorio, respiratorio, renale, oculare, sistema nervoso centrale, endocrino) e sono correlabili alla chemioterapia (dosi, modalità di somministrazioni, timing) e alla radioterapia (età di somministrazione, dose, campo e frazionamento). I modelli di follow-up, sviluppati ormai a livello internazionale, hanno l’obiettivo non di far diventare i guariti dei “malati per sempre” ma adulti sani e consapevoli.
La Struttura Complessa di Pediatra ad indirizzo Oncoematologicoa del Policlinico, di cui è referente la dottoressa Monica Cellini , segue attualmente circa un centinaio di pazienti guariti con un follow-up di meno di 5 anni, che devono eseguire periodici controlli presso le nostre strutture. Ufficio Stampa

 
 
 
 
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