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Policlinico NewsLetter. Anno 2 n. 2

Fausta Massolo La storia tragica dell’Angelo dei Bambini

Fausta Massolo
Fausta Massolo

Direttore dell’Oncoematologia pediatrica dal 1984 al 1999

Ispiratrice di ASEOP. Tra i fondatori di ADMO modenese Médaille de la Charité dall’Associazione Internazionale Regina Elena per alti meriti di carattere umanitario o morale.
Nel numero del giornalino che ricorda l'inaugurazione della Casa di Fausta ci è sembrato doveroso dedicare l'articolo sul Policlinico di Una volta a Fausta Massolo.
“Difficile trovare una persona resistente come Lei alla fatica e al dolore fisico. Soffriva di un’ernia del disco, ma continuava a muoversi per il reparto, finchè non ebbe una gamba quasi paralizzata. Allora si fece operare, ma dopo pochi giorni era di nuovo in piedi. Anche negli ultimi giorni della sua vita, consapevole della sua prossima fine, non volle abbandonare il lavoro della clinica. Una generosità ed un altruismo esemplari.”.  Nata nel 1935 a Arquata Scrivia, in provincia di Alessandria, Fausta Massolo si era laureata a Genova nel 1958 e dal 1959 al 1961 aveva svolto frequenza volontaria alla Clinica Chirurgica dell’ateneo fiorentino. Dal 1963 era giunta alla pediatria modenese con Renato Pachioli. Esperta di ematologia, oncologia ed endocrinologia, nel 1968 divenne assistente ospedaliera incaricata presso l’Università, lavorando nella Clinica pediatrica diretta dal professor Cheli. Nello stesso anno si registrò il primo successo terapeutico documentato a Modena per un bambino affetto da tumore del sangue che aveva superato la fase acuta grazie a una cura farmacologica pionieristica.

 

Autrice di oltre 300 pubblicazioni spaziò in tutti i campi della patologia pediatrica. Interessante unsuo contributo relativo ai problemi psico-sociali del paziente con malattia cronica e della sua famiglia, dove evidenziò l’impatto sulla vita sociale del paziente di una malattia cronica che costringe a un rapporto prolungato con le Strutture Sanitarie. “Il bambino fino ai 6-7 anni ha un comportamento particolare, vede la sua malattia cronica come una colpa, le terapie come maltrattamenti e avverte come dolore tutte le tensioni, i bisogni e i disagi caratteristici della sua situazione. In questa fase della vita il comportamento della madre è importantissimo. Una madre serena, consapevole e tranquillà avrà un bambino sereno e tranquillo. Una madre ansiosa avrà un bambino agitato, preoccupato, spaventato. Qui il medico (ma anche il personale paramedico) gioca un ruolo importante. Deve parlare molto col bambino e con la sua mamma, spiegando bene tutto quello che sta succedendo e sostenendo al massimo la figura materna”.
Nel 1987 le fu assegnata la cattedra di seconda fascia di Pediatria. La sua energia e la sua umanità le permisero di ottenere enormi risultati fondando sostanzialmente l’Oncoematologia Pediatrica a Modena, contribuendo alla nascita di ASEOP nel 1988 e alla raccolta di fondi che permisero di costruire le camere sterili e di far nascere il programma di tipizzazione del midollo. Fausta Massolo partecipò anche alla nascita di ADMO a Modena e alle campagne di sensibilizzazione per la donazione del midollo osseo.
Erio Bagni, presidente di ASEOP, l’ha ricordata come un “grande clinico con grandi doti di umanità e di relazione. Era in grado di adattare la terapia al bambino, uscendo se necessario dallo schema dei protocolli”. Amava ripetere che per curare i bambini “Ci vuole anche dell’umanità” Proprio in questa ottica sognò il nuovo reparto di Oncoematologia pediatrica che fu realizzato grazie all’impegno di ASEOP e che non riuscì mai a vedere completato. Sognò anche gli alloggi per le famiglie dei pazienti che venivano a Modena in cerca di una speranza, inaugurate poi nel 2008 per il ventennale di ASEOP, e giustamente a lei dedicate.
Fausta Massolo morì il 7 settembre 1999, un mese prima della pensione, lasciando il marito, due figli e grandi rimpianti. La uccise il cancro che aveva combattuto per tutta la vita, dopo una battaglia durata tre anni, durante la quale non aveva mai smesso di occuparsi dei suoi pazienti. Jabibi Noguera, pediatra dell’ospedale di Asuncion in Paraguay era venuta in Italia per incontrarla e trascorrere due anni di formazione al Policlinico. Giunse a Modena in treno il 14 settembre 1999 e ad accoglierla non trovò la prof. Massolo, che era scomparsa da pochi giorni, come si attendeva ma Giovanni Palazzi: “in quel momento non sapevo cosa rispondere, cosa fare”. Poi la collaborazione con l’Oncoematologia modenese e l’ASEOP diedeottimi frutti nella capitale praguayana.
Fausta Massolo è stata una donna coraggiosa, che univa una solida preparazione scientifica e una grande capacità di fare squadra e di gestire i rapporti col prossimo. Una donna che se n’era andata in punta di piedi, affrontando il male col sorriso sulle labbra. Il Policlinico News dell’ottobre 1999 riportò il testo di una delle tante lettere arrivate alla famiglia nei giorni seguenti alla morte. Citarne parte dei contenuti, mi è sembrato un modo delicato per parlare della sua figura: “Tutti vedono la mia malattia come un nemico da combattere, invece io la vivo bene grazie a tutto il vostro amore, alle vostre premure, all’impegno che mettete negli studi ed in particolare alla vostra bravura [...] del Policlinico ricordo [...] un luogo pieno di calore, di amore di collaborazione tra i dipendenti dell’Oncoematologia pediatrica [...] Lavoro in una ditta come ragioniera da sei anni e sono molto contenta di tutto quello che la vita e Dio mi hanno donato”. Monica Cellini, che con lei ha lavorato per anni, dichiarò: “Abbiamo perso una persona stupenda, che ha fatto tanto per la medicina; è stata una maestra, cui tutti erano sinceramente affezionati. Un medico umile, non ha mai abusato della sua professione e anche per questo ha riscosso la fiducia dei genitori e dei piccoli ricoverati”.
Toccante il ricordo di alcuni medici dell’Oncologia Pediatrica pubblicato su Pediatria News del 1999. Ricordando le sue lezioni lunghissime, mai meno di due ore senza pausa, raccontano che uscisse dall’aula trionfante “anche oggi ne ho fatto svenire uno!” riferendosi ironicamente agli studenti. Ancora, riferendosi alla vecchia cucina in disuso del reparto, rifugio dei medici, era solita dire “questo posto lo farò pur demolire prima o poi!”. Ebbene, al posto di quella cucina ora c’è il nuovo reparto di Oncoematologia Pediatrica.
Fausta Massolo era una donna energica, umana e dotata di senso dell’umorismo.

Bibliotrafia

  • G.B. Cavazzuti, Per una storia della Pediatria Modenese , in Il Bambino in Ospedale, Volume 3 – Numero 1, Aprile 2004, pp. 5-15.
  • M. Cellini, Oncoematologia pediatria: ieri e oggi in 20 anni di traguardi supplemento al Notiziario di ASEOP, n. 1, Anno VI maggio 2008, pp. 17-18.
  • Il Resto del Carlino, Le portavano i casi disperati. Nel 1968 le prime guarigioni, 9.9.1999.
  • Fausta Massolo, I problemi psico-sociali del paziente con malattia cronica e della sua famiglia¸pubblicato in www.investmentguide.co.uk/gaucher/it/massolo.htm
  • Giordana, Ricordi 20 anni di traguardi supplemento al Notiziario di ASEOP, n. 1, Anno VI maggio 2008, pp. 19-20cit., p. 19. 
  • Gazzetta di Modena, E’ morta Fausta Massolo, 9.9.1999 
  • Jabibi Noguera, Paraguay: il progetto <>in 20 anni di traguardi supplemento al Notiziario di ASEOP, n. 1, Anno VI maggio 2008, pp. 20-21.
  • Policlinico News, Anno IV, numero 5 – 4 ottobre 1999
  • Il Resto del Carlino, Per i leucemici era una madre coraggio, 9.9.1999
  • Pediatria News, Anno IV, n. 1, Febbraio 2001

Gabriele Sorrentino

 
 
 
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